Centrodestra unito ma litigioso. Matteo Salvini, a Silvio Berlusconi non ne lascia passare una. Stavolta, è la citazione del generale Leonardo Gallitelli per un futuro governo che non piace al leader della Lega. «A Berlusconi chiedo serietà. Un'alleanza c'è se c'è serietà. Non puoi candidare Marchionne, Montezemolo, Draghi, Tajani o Gallitelli... Non stiamo facendo la squadra del Milan». Piuttosto che sui ministeri, dice Salvini, bisognerebbe accordarsi sui punti del programma, a cominciare dalla legge Fornero da cambiare. E anche la leader di Fdi, Giorgia Meloni, si fa sentire: «Dalla prossima settimana inizierò a chiedere agli altri due di vederci; serve un programma comune e un gioco di squadra».
Il presidente di Forza Italia non replica, lavora invece al piano per incrementare i voti azzurri, magari anche a scapito del Carroccio. Già ha tirato fuori dal cappello il nuovo centro, in via di organizzazione accanto ai tre alleati storici, e ora pensa a quella che potrebbe diventare una quinta gamba del centrodestra, dal carattere laico riformista e soprattutto dall'appeal legato al territorio.
L'idea è di intercettare gli elettori delle liste civiche, che amministrano 6156 comuni su 7979 (il 77%). Il ragionamento del Cavaliere è questo: alle elezioni comunali di solito vota oltre il 70% degli italiani, mentre alle politiche e alle regionali (che pure hanno un forte accento politico) l'affluenza alle urne cala di 10-15 punti. Anche molto di più, come s'è visto da poco in Sicilia. Come recuperare il voto di questi elettori, che si mobilitano solo per eleggere il loro sindaco e i rappresentanti più vicini, coordinandoli e convogliandoli dalla parte giusta?
Il potenziale di questo popolo di disillusi dalla politica è valutato attorno all'1,2%, senza aver fatto ancora niente. Lavorandoci può salire addirittura al 3%, che si traduce in 9-10 deputati in più. Battendo il territorio, comune per comune, si possono scoprire facce nuove da candidare delle amministrazioni o della società civile, che piacciono ai cittadini e possono portarli alle urne.
A fine estate Berlusconi ha indicato in Massimo Mallegni, tre volte sindaco di Pietrasanta in Versilia, dimessosi per diventare vice coordinatore vicario di Fi e responsabile appunto per le Liste civiche, l'uomo giusto per fare un «lavoro di cesello», come dice lui. Deve, cioè, individuare in accordo con i coordinatori regionali e gli amministratori locali azzurri, tutte le liste civiche, quelle che hanno vinto e quelle che hanno perso, quelle legate già a partiti politici e quelle che vivono solo per la stagione amministrativa. Ad una bella fetta si può dare dignità politica, nel centrodestra e vicino a Fi.
«Il cittadino - spiega Mallegni- premia il civismo perché vede la politica dei partiti nazionali lontana dal cancello di casa. Su input del presidente Berlusconi ho iniziato a lavorare al progetto per non disperdere preziose esperienze maturate in un rapporto diretto con il cittadino. Sono come un manovale, uno spazzino che raccoglie le briciole, poi tutto sarà presentato agli organismi nazionali del partito. Nel 2006 abbiamo perso per 25mila voti, stavolta non possiamo disperdere nulla».
Accanto all'ex sindaco c'è Marcello Fiori, responsabile per gli Enti locali di Fi, che con lui ha iniziato due mesi fa la ricognizione sul territorio. «Studiamo questi movimenti locali - dice - che rischiano di rimanere localistici e finire nello spazio di un'elezione, per farli crescere e conquistare una vita più lunga. Questo mondo può farci vincere in tanti collegi uninominali che davamo per persi.
Se sono 232 per la Camera e abbiamo 150 parlamentari uscenti tra Camera e Senato, anche riconfermandoli tutti avremo posto per 80 nuovi candidati. E toccando il 30-33% potremmo vincere tutti i collegi anche in regioni rosse come l'Umbria».
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