Coronavirus

Stato di emergenza, è braccio di ferro: Draghi frena lo stop

Il premier pensa di prorogarlo fino a dicembre: "A luglio non sarà finito tutto". Salvini e Meloni sono contrari: "Non ci sono i presupposti, basta violare le libertà"

Stato di emergenza, è braccio di ferro: Draghi frena lo stop

Nei giorni scorsi era circolata la voce secondo cui il governo avrebbe detto stop allo stato d'emergenza che scadrà il 31 luglio. Ma le indiscrezioni che stanno arrivando nelle ultime ore vanno nella direzione opposta. Il premier Mario Draghi starebbe infatti pensando di mantenere il "regime dei poteri" fino alla fine dell'anno, verosimilmente fino a dicembre. Un'ipotesi concreta tanto che, come riportato da Il Messaggero, fonti autorevoli vicine al presidente del Consiglio danno praticamente per "certa" - anzi "certissima" - la proroga dello stato di emergenza.

La motivazione va trovata nel fatto che "l'emergenza sanitaria a luglio non sarà finita, come è evidente". Non solo: va considerato che andrà portata a termine la campagna di vaccinazione e andrà monitorata con estrema attenzione "la situazione che seguirà alle vacanze estive" perché andrà garantita "una ripartenza ordinata e sicura a settembre-ottobre". I prossimi mesi saranno dunque "complicati" anche perché "c'è il rischio della varianti".

Il "no" del centrodestra

La sua proposta va vista in un'ottica di prudenza: si potranno continuare a varare ulteriori Dpcm e inserire altre restrizioni qualora il quadro epidemiologico dovesse peggiorare. Soprattutto si mira a farsi trovare pronti per settembre, intervenendo con tempestività per garantire una ripartenza in sicurezza dell'anno scolastico. L'ipotesi di Draghi dovrà essere discussa prima in Consiglio dei ministri. Non è affatto da escludere che le forze di governo del centrodestra (Forza Italia e Lega) daranno parere contrario e saliranno sulle barricate per contrastare la proroga.

Non a caso Matteo Salvini ha già bocciato la possibilità di prolungare lo stato di emergenza: "Non ne abbiamo ancora parlato con il presidente Draghi, lo farò il prima possibile e non ritengo che ci siano presupposti per trascinare per altri mesi uno stato d'emergenza che ad oggi, fortunatamente, non c'è. Penso che sarebbe un bel messaggio positivo, rassicurante e confortante - non solo da un punto di vista economico ma soprattutto dal punto di vista sociale e psicologico - dire 'il peggio è passato'. Guardiamo con prudenza il futuro ma il peggio è passato. Il peggio è alle spalle, lo stato di emergenza non c'è nei fatti. Bisogna accelerare sul ritorno alla normalità".

Sulla stessa scia Giorgia Meloni, che sul proprio profilo Facebook ha così commentato le notizie riportate dalla stampa questa mattina: "Un'ipotesi folle, siamo contrari". La presidente di Fratelli d'Italia ritiene "non più accettabile" che a un anno e mezzo di distanza dallo scoppio della pandemia vengano "calpestate o violate" le norme della democrazia come la libertà di movimento e di impresa: "Il 2021 deve essere l'anno del ritorno alla normalità. Il nostro ordinamento è in grado di gestire la pandemia con i poteri e gli strumenti ordinari di cui già dispone, nel rispetto della Costituzione e delle prerogative del Parlamento".

La titubanza di Speranza

Anche Roberto Speranza - da sempre collocato nella fronda prudente e attendista - aveva aperto alla possibilità di eliminare lo stato di emergenza, pur riconoscendo che 45 giorni in tempi di pandemia rappresentano un arco di tempo davvero lungo per fare previsioni. "Sarebbe bello chiudere con lo stato di emergenza, dare un segnale positivo al Paese. Se così fosse, però, dovremmo individuare una strada normativa per prolungare l'attività del Cts e della struttura del commissario Figliuolo", aveva dichiarato il ministro della Salute.

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