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Il piano Ue della Meloni: più rimpatri e controlli

La premier vuole che l'Europa si occupi subito del dossier migranti. Sostegno a Kiev prioritario

Il piano Ue della Meloni: più rimpatri e controlli

Nell'agenda del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la prossima settimana sarà un passaggio cruciale per il dossier migranti. Mercoledì il premier svolgerà le comunicazioni alle Camere in vista dell'importante Consiglio europeo del 23 e 24 marzo. Al momento il tema immigrazione non figura tra gli Odg della riunione tra i capi di governo. Ma è un tema che entra di diritto dopo la tragedia di Cutro. Il governo italiano insisterà su due punti: controllo delle frontiere e redistribuzione. Sono i due tasti su cui il capo dell'esecutivo batterà, cercando di avere risposte concrete da parte dell'Europa dopo i vari proclami di Bruxelles, rimasti tali. Un terzo punto su cui si muoverà il governo, per ottenere garanzie da parte dell'Europa, è l'attuazione del rimpatrio accompagnato: un modello di ritorno nei Paesi di provenienza che sia associato a progettualità di reintegrazione.

Uno schema che secondo il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi potrebbe «agevolare la collaborazione dello straniero, stimolare i Paesi terzi di provenienza a rafforzare la cooperazione e concorrere a contrastare le cause profonde dell'immigrazione». Restando in tema di immigrazione, nella prossima settimana, Palazzo Chigi dovrà sciogliere il nodo sulla restrizione della protezione speciale. L'irrigidimento della norma, con l'ultimo decreto, ha spinto alcune forze di maggioranza (Fi e Fdi) a valutare un ammorbidimento in sede parlamentare. L'altro dossier aperto sul tavolo dell'Esecutivo in vista del Consiglio europeo è il conflitto in Ucraina. La posizione del premier è netta: sostegno totale a Kiev. Dall'Europa potrebbe arrivare la richiesta ad ampliare l'appoggio sia sotto il profilo militare con l'invio di armi che dal punto di vista delle sanzioni contro Mosca. Tra Ucraina e migranti, irrompe e cambia l'agenda di governo la questione tifosi. Dopo gli scontri di Napoli, al governo si valuta un'ulteriore stretta contro il tifo violento. Il pacchetto potrebbe arrivare a stretto giro, già prima della fine della prossima settimana.

Il sottosegretario all'Interno Emanuele Prisco ha confermato l'orientamento: «Non sono escluse nuove misure contro il tifo violento». Si guarda al modello Thatcher, molto efficace contro gli hooligans inglesi. Dopo il via libera in Consiglio dei ministri alla legge delega per la riforma del Fisco si mette a punto la road map per l'iter parlamentare. Una riforma indispensabile a quanto pare. L'ultimo report dell'ufficio studi della Cgia di Mestre certifica come - «le imprese italiane siano tra le più tartassate d'Europa. La percentuale del gettito fiscale riconducibile alle aziende italiane sul totale nazionale è nettamente superiore, ad esempio, a quella tedesca, francese e spagnola». Ma dalla Cgia di Mestre arrivano anche buone notizie: «L'Italia ha imboccato la strada giusta per la progressiva riduzione dell'evasione fiscale. L'anno scorso l'erario ha incassato, rispetto al 2021, 68,9 miliardi in più di entrate tributarie e contributive, ha recuperato 20,2 miliardi di evasione e ha bloccato" 9,5 miliardi di frodi. Questo maggior gettito, pertanto, ammonta complessivamente a 98,6 miliardi di euro». «Un importo - osserva la Cgia - che ha una dimensione leggermente inferiore alla stima dell'evasione fiscale e contributiva presente in Italia che, secondo le stime, ammonterebbe attorno ai 100 miliardi di euro».

«Una quota preponderante dei 68,9 miliardi incassati in più - sostiene la Cgia - sono riconducibili al buon andamento dell'economia verificatosi l'anno scorso».

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