Piantedosi smonta il caso Almasri. "E CasaPound sarà sgomberata"

Il ministro dell'Interno gira tra gli stand e risponde su tutte le questioni più calde. "Il video? Pare di molti anni fa". Il centro sociale di destra: "Arriverà il suo turno"

Piantedosi smonta il caso Almasri. "E CasaPound sarà sgomberata"
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Dal video su Almasri che sembrerebbe uccidere a mani nude un uomo, fino alla sgombero del Leoncavallo a Milano, passando per le questioni dell'immigrazione. È un ministro dell'Interno a tutto campo quello che si presenta al Meeting di Rimini. Matteo Piantedosi arriva alla Fiera in largo anticipo rispetto all'orario previsto per il suo intervento. C'è tempo per fare un tour tra gli stand e i padiglioni della kermesse di Cl. Ma prima ci sono i giornalisti da accontentare. "Il video di Almasri? "L'ho visto sui social", conferma subito, precisando però che "le ricostruzioni sembrano attribuire quel video a molti anni fa. Nessuno ha mai pensato che quel personaggio fosse meritevole di qualche considerazione". A chi gli chiede se non ci sia amarezza per non aver assicurato Almasri alla giustizia, Piantedosi risponde di aver "firmato un decreto di espulsione che si fondava in buona parte anche sugli elementi di pericolosità del soggetto. Sono stato anche un po' discusso per questo sottolinea il titolare del Viminale, con un pizzico di polemica - . Fa parte di considerazioni di giustizia, tutelare l'interesse degli italiani in Italia e all'estero: questa è la condizione di giustizia maggiore che possiamo perseguire e che abbiamo voluto perseguire, ovvero quella di garantire la sicurezza degli italiani sul territorio italiano e all'estero". Sull'argomento, Piantedosi torna poco dopo, di nuovo davanti alle televisioni. "Sono in corso accertamenti, sia sulla veridicità del video che sulla collocabilità temporale. Si è parlato semplicisticamente di una ripresa di un massacro che poi ha portato alla morte della persona che ne era vittima. Ma altri dicono che non è vero. Credo che ci siano giudizi affrettati pur di andare contro al governo", chiosa Piantedosi. "Sul caso, abbiamo già riferito in Parlamento".

Il ministro continua il suo tour tra gli stand, tra una massiccia scorta di forze dell'ordine e di volontari di Cl. Qualche selfie, sorrisi e photo-opportunity nel padiglione dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia Costiera. E poi la visita al padiglione di Milano-Cortina 2026 ("Come siamo messi con il bob?", domanda Piantedosi), fino alla simulazione in 3D del Ponte sullo Stretto.

Ma è il tema dei migranti quello su cui viene sollecitato Piantedosi. Tema al centro del suo intervento davanti alla platea del Meeting. "Non basta lavarsi la coscienza, dare un permesso di soggiorno e sistemare una persona in accoglienza per fare in modo che ci sia un'integrazione effettiva". E infatti dice "no" al permesso di soggiorno per merito, come proposto dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale. Rischia di creare "un sistema di canali d'ingresso alternativi" che porterebbe "mezza Africa a cercare di trasferirsi qui".

Infine, una battuta anche sullo sgombero del Leoncavallo, non più "procrastinabile". "Anticipato? Tutt'altro, anzi siamo stati condannati per un ritardo nell'esecuzione dello sfratto. Abbiamo pagato e siamo stati condannati a pagare, per quel ritardo, 3 milioni e 300mila euro solo per i 10 anni pregressi e ogni ritardo avrebbe comportato un ulteriore risarcimento danni di oltre 300mila euro all'anno". Ora potrebbe toccare a CasaPound.

"Sono stato io, da prefetto di Roma, a inserirlo nell'elenco dei centri da sgomberare prima o poi. Arriverà anche il suo turno". Un ultimo giro prima di lasciare il Meeting. E perfino un gelato offerto. "Ministro, che gusti ha scelto? Ho lasciato fare a loro". Latte di cocco e mango.

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