Piazza e megafoni, Forza Italia esulta. Marina: "La vittoria di mio padre Silvio"

Flash mob nel segno di Berlusconi: "Orgoglio aver realizzato il suo sogno"

Piazza e megafoni, Forza Italia esulta. Marina: "La vittoria di mio padre Silvio"
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L'esultanza del centrodestra, la vittoria rivendicata in primis da Forza Italia, ma nei festeggiamenti c'è anche la nota amara di Marina Berlusconi. "Ci sono vittorie che arrivano tardi, forse troppo tardi, ma che restano grandi e decisive. Quella di oggi è la vittoria di mio padre, Silvio Berlusconi. Sono la sua forza, il suo coraggio, la sua determinazione e, purtroppo, anche la sua sofferenza, ad aver reso possibile una giornata che segna un passo avanti importante per la democrazia e per la verità in questo Paese". Lei, la figlia del Cavaliere, è già diventata madrina della riforma ed è punto di riferimento del fronte del sì al referendum.

La sua nota arriva in una giornata che ha visto il traguardo tagliato al Senato. "Giustizia-giusta-per-l'Italia", scandiscono gli azzurri nel flash mob subito dopo l'approvazione della riforma della giustizia. È la frase del leader di Forza Italia, Antonio Tajani, ripetuta più e più volte. Il vicepremier è in missione altrove ma a piazza Navona arriva il suo messaggio: "Una giornata storica per l'Italia. Una dedica a Silvio Berlusconi e a tutte le vittime di errori giudiziari".

Lasciandosi alle spalle il Senato dove 112 sì hanno appena varato la separazione delle carriere, i giovani di Fi tengono alta una grande foto di Silvio Berlusconi, sventolano le bandiere di partito e avanzano dietro uno striscione con la scritta: "Grazie a Forza Italia una giustizia giusta". Simone Leoni, presidente del movimento giovanile, alla fine sollecita: "E chiudiamo con un grande applauso che mandiamo su, a Silvio Berlusconi". Con loro ci sono anche i big, i capigruppo in Parlamento Maurizio Gasparri e Paolo Barelli, il portavoce Nevi, il viceministro Sisto e poi Battilocchio, Costa, Galliani, Baldelli.. Tutti a rivendicare una vittoria storica, cercata da decenni. A festeggiarla in piazza, perché se le aule delle Camere hanno varato la legge costituzionale ora il referendum dovrà confermarla tra fine marzo e aprile, quindi l'ultima parola sarà dei cittadini.

Per questo gli azzurri e tutta la maggioranza vogliono spiegare, convincere, mobilitare. "Una giornata storica", dicono subito dopo il voto i capigruppo di maggioranza alla stampa. "Oggi adempiamo a un impegno preso con gli elettori", dice Lucio Malan di FdI. Aggiunge Maurizio Gasparri, di Fi: "Rispettiamo la magistratura ma vogliamo una giustizia non politicizzata. Siamo uniti e coesi, attuiamo il programma, promuoviamo il referendum perché vogliamo il consenso popolare alla riforma della Costituzione". E Massimiliano Romeo della Lega ricorda che il suo partito ha proposto un referendum sulla separazione delle carriere qualche anno fa.

Intanto gli azzurri portano al flash mob le foto di grandi protagonisti di errori giudiziari come Enzo Tortora e Beniamino Zuncheddu, ex pastore sardo che ha subito da innocente 33 anni di ergastolo per strage. Raccontano al megafono la loro storia altre vittime della giustizia. La prima, per Forza Italia, è il Cavaliere.

"Questa riforma è un atto di giustizia che arriva troppo tardi per lui, ma segna un cambiamento profondo per il Paese", dice il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo. Poco prima, dentro Palazzo Madama, è un po' tremata la voce a Pierantonio Zanettin, quando alle dichiarazioni di voto diceva: "Parlo dal seggio che è stato del nostro presidente Berlusconi, che per tutta la sua carriera si è battuto contro la giustizia ingiusta. A lui vogliamo dedicare questa storica giornata". La vicepresidente del Senato Licia Ronzulli ripete: "Siamo orgogliosi di aver realizzato il sogno di Berlusconi, che ha creduto fino all'ultimo giorno in questa riforma".

Il ministro per le Riforme, Elisabetta Casellati, spiega: "La maggioranza silenziosa dei magistrati lavora correttamente, ma una parte attraverso le sentenze ritiene di poter modificare la nostra società". Il prossimo passo, ricorda, sarà la riforma del premierato.

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