Guerra in Israele

Le piazze dell'odio che fanno paura. Islamici radicalizzati ed eversori rossi: "Rovesciare Meloni"

Qualcuno soffia sul fuoco dell'Intifada. Le piazze dell'odio anti-Israele si sono riempite e il clima ora si fa pesante

Le piazze dell'odio che fanno paura. Islamici radicalizzati ed eversori rossi: "Rovesciare Meloni"

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Qualcuno soffia sul fuoco dell'Intifada. Le piazze dell'odio anti-Israele si sono riempite e il clima ora si fa pesante.

A dieci giorni dal massacro del 7 ottobre non c'è più l'ombra di una remora nel sostenere Hamas. Nei cortei che attraversano le città italiane si saldano due fanatismi. I fedeli islamici invocano Allah contro lo Stato ebraico e i vecchi arnesi della lotta extraparlamentare vedono in quella esaltazione una scintilla rivoluzionaria capace di innescare l'«incendio». Gli islamisti descrivono i massacri come «resistenza armata» e comunisti sognano. L'obiettivo è cavalcare le tensioni fino al caos. Lo si legge in un volantino che circolavano sabato al corteo di Milano: «Fare della solidarietà internazionalista un'arma per rovesciare i complici e gli alleati dei sionisti al governo del nostro Paese». Il foglio di propaganda era firmato dai famigerati Carc, sigla inquietante che di recente ha fatto da collettore al ciarpame ideologico da anni Settanta, si è mostrata solidale coi brigatisti ed è comparsa in varie indagini sui rigurgiti di lotta armata. I Carc sono scesi in piazza anche a Firenze e Napoli. Il volantino contiene l'auspicio «che la solidarietà al popolo palestinese e le mille mobilitazioni già in atto contro il governo Meloni si leghino», a partire dalle proteste «contro le basi militari e la Nato» il 21 ottobre, «passando per le iniziative di lotta del 20 ottobre in occasione dello sciopero generale dei sindacati di base».

Altro segnale è la vistosa presenza al corteo di Milano - in mano uno striscione per il boicottaggio di Israele - dell'ex brigatista Francesco Giordano. Condannato per l'omicidio Tobagi, Giordano ha scontato la pena e ha diritto di manifestare, ma il suo aggressivo attivismo «anti-sionista» impressiona. «Assolutamente sì - ha confermato ieri anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani - toccherà poi alle forze dell'ordine individuare se c'è qualche infiltrazione: un conto è manifestare, cosa che è lecita, a favore del popolo palestinese; un conto è manifestare per Hamas e sostenere i terroristi». Per la coordinatrice di Iv Raffaella Paita quella presenza dimostra che la presenza era «accondiscendente con Hamas, visceralmente contro Israele». La preoccupazione serpeggia e le dà voce il deputato Riccardo De Corato, a lungo vicesindaco a Milano: «Con tutti questi sostenitori di Hamas, islamici ed ex terroristi brigatisti italiani, che autunno sarà per la nostra città? Farà molto caldo dal punto di vista della tensione e del pericolo?». Colpisce intanto il coro che un gruppo di studenti ha intonato a Roma davanti a un cordone di agenti: «U-cci-diamoli!».

In tutto ciò la sfilata di giovani palestinesi, in genere immigrati di seconda generazione, spesso studenti, appare un dato identitario. Eppure il timore è che questo movimentismo rappresenti l'«acqua» in cui possono cominciare a nuotare pesci piuttosto pericolosi. L'imam della grande moschea di Roma Nader Akkad ieri ha lanciato un appello a spegnere come «acqua santa ogni fuoco di rabbia, dolore, odio e violenza». E gli esperti, al momento, considerano ancora «medio-basso» il rischio.

D'altra parte sono spesso le azioni individuali quelle che hanno colpito e fatto male. A Milano è ancora vivo il ricordo dell'azione kamikaze del 2009 alla caserma Perrucchetti, dove un aspirante «martire», il libico Mohamed Game, si fece esplodere ferendo un miliare e restando menomato. Emerse poi che aveva frequentato una delle moschee più discusse della città, quella di viale Jenner, in cui aveva predicato per un decennio l'egiziano Abu Imad, imam che nel 2010 è stato condannato a 3 anni e 8 mesi per associazione a delinquere finalizzata al terrorismo.

E quando sabato un 33enne egiziano ha aggredito tre persone con un Corano in mano e la veste islamica, un brivido ha attraversato la città.

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