Piogge e fiumi di fango, via 4mila turisti da Petra

Dodici morti nel sud del Paese mediorientale. Quattro metri d'acqua nell'area archeologica

È salito a 12 morti e potrebbe ulteriormente appesantirsi il bilancio delle gravissime inondazioni che hanno investito la regione sud-occidentale della Giordania e costretto a evacuare migliaia di turisti dalla celebre zona archeologica di Petra.

Le piogge torrenziali hanno ingrossato a dismisura corsi d'acqua solitamente quasi asciutti, provocando allagamenti talmente disastrosi da sommergere sotto quattro metri d'acqua fangosa le aree solitamente frequentate dai turisti e perfino parte del vicino deserto di Wadi Musa.

Circa quattromila visitatori sono stati evacuati dall'antica città desertica di Petra, ed è stata chiusa in entrambe le direzioni l'autostrada che collega il nord e il sud della Giordania.

Le vittime, tra cui una bambina, sono state registrate in diverse zone del Paese, anche nelle vicinanze della capitale Amman. Nelle aree più colpite è stato inviato l'esercito, con elicotteri e jeep, per collaborare alle operazioni di ricerca dei dispersi (si sta ancora cercando una ragazza di cui si sono perse le tracce vicino alla città di Madaba) e di ripristino delle condizioni di normalità: una delle vittime è un sommozzatore delle forze armate.

È la seconda volta in poche settimane che la Giordania viene investita da gravissime inondazioni provocate da forti piogge.

Già lo scorso 25 ottobre i nubifragi avevano provocato indirettamente una strage: 21 persone, in massima parte studenti in gita scolastica, avevano perso la vita nella regione del Mar Morto, a poca distanza dal confine israeliano.

In conseguenza di questa tragedia, i ministri giordani del Turismo e dell'Istruzione erano stati costretti alle dimissioni.

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