Il primo caduto di ogni guerra è la verità. La battuta, seppur inflazionata, ben s'addice alla tragedia dell'ospedale «Al Ahli» di Gaza colpito martedì sera da un missile che secondo le prime versioni avrebbe causato 500 morti. Sia la causa della tragedia, sia il suo bilancio dividono israeliani e palestinesi. Per questi ultimi, e per gran parte delle opinioni pubbliche arabe e islamiche, l'indubbio colpevole è lo Stato ebraico accusato di aver deliberatamente colpito un ospedale che accoglieva tra corsie e zone esterne oltre 1.500 tra pazienti e sfollati. Una versione contraddetta da Israele che attribuisce il massacro al malfunzionamento di un razzo della Jihad islamica caduto nel parcheggio dopo il lancio. La tesi israeliana avvalorata da foto e immagini e da una intercettazione delle comunicazioni telefoniche tra due militanti di Hamas ridimensiona anche il numero dei morti e definisce esagerata la stima palestinese di 500 vittime. Ma ecco le varie ipotesi sull'incidente.
IL BOMBARDAMENTO AEREO
Avanzata nelle prime ore la tesi stata subito smentita da Israele che ha negato di avere missioni aeree in corso a quell'ora. Le immagini dell'incendio, le ridotte dimensioni del cratere e i danni strutturali limitati alle facciate degli edifici circostanti contribuiscono a rendere improbabile la tesi. Le bombe a guida laser usate da Israele per colpire gli edifici di Gaza sono, inoltre, studiate per far implodere le palazzine distruggendone le fondamenta e facendole crollare verso l'interno. Ma questa tipologia di danni non emerge da nessuna immagine.
IL DEPOSITO DI MUNIZIONI
Nelle prime ore si è pensato che la strage fosse stata causata dall'esplosione di un deposito di armi di Hamas occultato nei pressi dell'ospedale e colpito, in un eccesso d'azzardo, da Israele. Ma i danni alle strutture esterne dell'ospedale sono limitati e non avvalorano l'ipotesi.
LA TESI «IRON DOME»
La tesi ipotizzava la distruzione di una o più testate palestinesi intercettate dal sistema «Iron Dome» mentre sorvolavano l'ospedale. Ma nei video non si distinguono esplosioni aeree seguite dalla caduta di schegge infiammate. In ogni caso il bilancio di 500 morti sarebbe esagerato per questo tipo di evento.
IL MISSILE ISRAELIANO
Israele non usa missili terra-terra per colpire le zone abitate di Gaza. Solo aerei e droni consentono infatti di abortire l'operazione in caso di presenze civili non previste. Colpire un ospedale affollato con un missile è, inoltre, un azione suicida dal punto di vista dell'immagine. Una realtà di cui Israele è ben consapevole confermata, ieri, dalle reazioni dei media internazionali e delle opinioni pubbliche mediorientali.
LA JIHAD ISLAMICA
E IL MISSILE DIFETTOSO
Il primo ad avanzarla è stato martedì sera il portavoce dell'esercito israeliano Daniel Hagari mostrando un filmato in cui si distingue la scia di un missile partito dalle vicinanze dell'ospedale ed esploso nel suo parcheggio. Nella notte l'ipotesi missile difettoso viene confermata dall'intercettazione di un colloquio telefonico tra due membri di Hamas. «Lo hanno lanciato dal cimitero dietro all'ospedale Al-Màamadani ha fatto cilecca ed è caduto su di loro», spiega uno dei militanti attribuendo il lancio alla Jihad Islamica. Ad avvalorare la tesi s'aggiungono le immagini del parcheggio fotografato alla luce del giorno.
Immagini in cui si distingue un cratere troppo piccolo per attribuirlo ad una bomba o a un missile israeliano. E proprio le dimensioni contenute del cratere e i limitati danni agli edifici circostanti spingono a riconsiderare anche il bilancio dell'esplosione.
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