Pizzaballa a Gaza, scuse di Bibi al Papa

Il cardinale nella Striscia con 500 tonnellate di aiuti. Netanyahu invita Leone in Israele

Pizzaballa a Gaza, scuse di Bibi al Papa
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"Pronfondo rammarico per il tragico incidente". Un invito in Israele al Papa. La rassicurazione che il conflitto nella Striscia potrebbe presto essere interrotto perché "i negoziati stanno procedendo" e "siamo vicini a un accordo" di tregua. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si mobilita personalmente con una telefonata al Pontefice Leone XIV dopo lo choc e l'indignazione internazionale per "l'errore" - così lo ha definito Israele - ai danni della parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza, l'attacco di giovedì all'unica chiesa cattolica nella Striscia palestinese, che ha provocato tre vittime civili e una decina di feriti, tra cui il parroco, padre Gabriel Romanelli.

Il colloquio è avvenuto dopo che Israele ha autorizzato ieri con una mossa inconsueta l'ingresso a Gaza del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, e di Teofilo III, patriarca greco-ortodosso. I due leader cristiani sono entrati nella Striscia con un mossa simbolica: l'ingresso con loro di un carico di 500 tonnellate di aiuti per la popolazione civile, come ha ricordato il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Nella telefonata con Leone XIV, Netanyahu ha chiarito le circostanze del "tragico incidente", in cui - ha spiegato il premier - "alcune munizioni vaganti hanno accidentalmente colpito la chiesa" di Gaza. Dal canto suo, il Papa ha chiesto che "venga ridato slancio all'azione negoziale" e si raggiunga non solo un cessate il fuoco, ma "la fine della guerra". Il Pontefice ha anche espresso nuovamente la sua preoccupazione per la drammatica situazione umanitaria dei gazawi, "il cui prezzo straziante è pagato in modo particolare da bambini, anziani e persone malate" e aver ribadito "l'urgenza di proteggere i luoghi di culto e soprattutto i fedeli e tutte le persone in Palestina ed Israele".

Prima del colloquio con il primo ministro israeliano, il Pontefice ha sentito il cardinale Pizzaballa in visita a Gaza per informarsi della situazione "dopo l'ingiustificabile attacco" e per lanciare un appello per "fermare l'inutile strage di innocenti".

A Gaza, nonostante i buoni propositi, si continua a morire. Ieri le vittime negli attacchi israeliani dal Nord di Jabalia al Sud di Khan Younis sono state circa una trentina. Tra queste le Idf, le Forze di Difesa Israeliane, hanno annunciato di aver ucciso il comandante del battaglione Daraj-Tuffah di Hamas che avrebbe condotto l'attacco a Israele il 7 ottobre 2023, Muhammad Ghaseen.

Quanto alle trattative, a spegnere l'ottimismo di Netanyahu ha pensato subito dopo le sue parole confortanti proprio Hamas. In un video, il portavoce delle Brigate Ezzedine al-Qassam, braccio armato degli islamisti, ha accusato Israele di aver respinto una proposta di intesa che prevedeva il rilascio di tutti gli ostaggi in una sola volta, circostanza sulla quale da tempo premono i familiari dei rapiti. "Se il nemico rimane ostinato in questo round di negoziati, non possiamo garantire un ritorno alle proposte di accordo parziale, inclusa l'offerta di scambio di 10 ostaggi". Immediata la replica al Times of Israel di un alto funzionario israeliano, che rassicura sul proseguimento delle trattative ma spiega che Hamas non sta facendo progressi sul rapporto tra prigionieri rilasciati e ostaggi durante i colloqui a Doha.

"Israele è pronto a portare a termine i negoziati con Hamas, ma il rifiuto e la reticenza sollevano dubbi sulla sua serietà. Non appena Hamas aprirà la strada, saremo in grado di fare progressi". Finora, insomma, ancora un nulla di fatto.

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