Francesco Petrelli è il presidente dei penalisti italiani e guida il Comitato per il Si al referendum sulla separazione delle carriere dell'Ucpi.
Avvocato, gli ultimi sondaggi parlano di 10 punti di vantaggio del fronte del Si, ma un italiano su 3 è indeciso. Come li convincerete?
"Il ruolo delle Camere penali è di parlare con i cittadini. La nostra missione sarà di aprirci uno spazio nella polarizzazione che si è creata nel confronto. Diremo che non si tratta di uno referendum pro o contro il governo, e tanto meno di uno scontro fra avvocati e magistrati, ma di un voto per migliorare la giustizia penale di questo Paese. Nel 2017 siamo scesi nelle strade per raccogliere le firme sulla nostra proposta popolare di separazione delle carriere, lo faremo di nuovo per l'appuntamento del 2026".
Una delle maggiori obiezioni è che il pm finirà assoggettato all'esecutivo.
"È una ridicola visione apocalittica. Il testo non prevede alcun limite ad autonomia e indipendenza del pm ma la aumenta assegnando ai pm un proprio organismo di governo autonomo come quello dei giudici, quindi con le garanzie massime della Costituzione. E poi è il presidente della Repubblica a guidare ambedue i Csm. Più di questo..."
Paradossalmente, l'altra frequente obiezione è che il pm diventerebbe più forte.
"Si mettano d'accordo. Gratteri, frontman dell'Anm, dice che il pm sarà un burocrate sonnolento che trascurerà i propri compiti investigativi. Per il presidente dell'Anm Parodi, il pm sarà un superpoliziotto incontenibile. Credo che abbiamo torto tutti e due".
Si dice che la riforma non risolva nessun vero problema della giustizia.
"La giustizia ha certamente bisogno di risorse e di strumenti... Ma avere un processo equilibrato, in cui controllore e controllato non vivano nella stessa casa, è garanzia per tutti i cittadini. Il pm esercita l'azione penale e il giudice valuta la legalità processuale. Solo se è terzo può essere arbitro".
Il vostro Decalogo del Sì dice che in tutti i Paesi con il processo accusatorio c'è la separazione delle carriere..
"Ovunque sì e senza necessariamente controllo dell'esecutivo sul pm. Uniche eccezioni, Bulgaria, Romania, Turchia, che non sono modelli democratici. Il Portogallo ha introdotto la separazione delle carriere con due CSM dopo la rivoluzione socialista".
Non è un'idea di destra...
"Non lo è mai stata. Lo stesso Vassalli, socialista, promotore del codice accusatorio, comprendeva che per far funzionare la riforma ci volevano carriere separate".
Perché l'Alta Corte disciplinare fuori dal Csm?
"Per trasformare la giustizia domestica in una più equilibrata e trasparente. Anche la Bicamerale l'aveva prevista. E l'avvocatura ha un organismo disciplinare così".
Il sorteggio per alcuni non da' garanzia di competenza.
"Bizzarro che gli stessi magistrati diffidino delle loro qualità. Chi ha superato un concorso e giudica i cittadini dovrebbe avere i requisiti per controllare la carriera dei colleghi".
Le correnti scompariranno?
"Il Csm è diventato un piccolo parlamento, le correnti come partiti, ma la Costituzione non ha mai voluto questo.
Le correnti hanno avuto una nobile funzione di orientamento, poi sono diventate comitati elettorali che determinano la vita dei magistrati. Anni fa un sondaggio dell'Anm rivelò che oltre il 40% dei magistrati era favorevole al sorteggio. Anche Gratteri lo è. È l' unico rimedio".