Polemica Nobel, Turchia contro Handke

Ankara sta con gli intellettuali. Dopo aver sterminato armeni e curdi

Polemica Nobel, Turchia contro Handke

Nobel per la letteratura senza pace per lo scrittore austriaco Peter Handke. Ora a protestare contro di lui, che dovrebbe ricevere il premio martedì, è anche il portavoce della presidenza turca, Ibrahim Kalin. Non si tratta affatto di una polemica isolata. Viene ad aggiungersi alle molte susseguitesi nei giorni scorsi. Niente di letterario sia chiaro, lo stile e la profondità narrativa dell'autore di romanzi come I calabroni o L'Ambulante sono riconosciuti da tutti. Handke è stato accusato di minimizzare il genocidio di Srebrenica, in cui 8mila musulmani bosniaci furono massacrati dalle forze serbo-bosniache nel 1995.

Kalin è intervenuto molto duramente via Twitter: «Verrà consegnato il Premio Nobel per la letteratura a Peter Handke, che ha sostenuto Milosevic e nega il genocidio in Bosnia. Questa vergognosa decisione deve essere annullata. @nobelpriz: Come può premiare qualcuno che non ha coscienza? Incoraggiare nuovi genocidi?!». Non è una posizione ufficiale ma arriva da un esponente dell'amministrazione di un Paese che non brilla per rispetto delle minoranze che ha una storia di interventi militari pesanti che vanno dalla storia del primo Novecento, col genocidio armeno, alle molto più recenti, e cruentissime, operazioni contro i curdi. E tra qualsiasi discorso di Handke e i fatti dei turchi ce ne corre...

In questo caso però Kalin non è isolato. Anche le principali associazioni di vittime di Srebrenica hanno chiesto il ritiro del Nobel a Handke e preparano proteste a Stoccolma in concomitanza con la cerimonia di premiazione. Ma anche intellettuali. Il 6 dicembre lo scrittore e storico Peter Englund (1957), membro dell'Accademia svedese dal 2002 ed ex inviato di guerra nei Balcani, ha scritto al quotidiano svedese Dagens Nyheter: «Non parteciperò alla settimana del Nobel. Celebrare il Premio ad Handke da parte mia sarebbe pura ipocrisia». La sua defezione segue quella di Gun-Britt Sundström e di un'altro giurato, il poeta Kristoffer Leandoer (che però ha addotto motivi personali e non politici). In tutto questo Handke, le cui opinioni sono discutibili ma non riducibili a una assoluzione dei criminali serbi, ha risposto con durezza già prima che intervenisse Kalin e la situazione diventasse così tesa.

Ha detto in conferenza stampa (il 6 dicembre) a chi lo perseguitava sulle sue opinioni relative alla Serbia: «Preferisco la carta igienica sporca e la lettera anonima rispetto al vuoto e all'ignoranza delle vostre domande». Martedì probabilmente il Nobel avrà la premiazione più tesa di sempre.

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