Bene la proposta del presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, di rendere pubbliche le liste dei debitori delle banche. Ma ad oggi non è possibile farlo per la normativa sulla privacy. Non appena ci sarà una legge, o un decreto legge che consentirà alle banche di dare questa possibilità, lo faremo». La promessa è arrivata ieri da un banchiere che conosce bene i crediti deteriorati di Mps (cui si ispira l'appello di Patuelli), visto che ha guidato la banca dall'inizio del 2012 fino alla metà di settembre. Accompagnato alla porta per dare un segnale di «discontinuità» che nei piani del Tesoro - Padoan dixit - avrebbe «facilitato» il salvataggio di mercato dell'istituto senese (impresa non riuscita nemmeno al suo successore Marco Morelli), Viola ha preso il timone della Popolare di Vicenza il 6 dicembre chiamato dal nuovo azionista di controllo del gruppo ovvero il fondo Atlante.
A poco più di un mese dal suo insediamento, il suo debutto è coinciso con l'accordo offerti dalla Vicenza e da Veneto Banca a 169 mila soci - 94 mila dell'istituto berico e 75mila di quello di Montebelluna - che hanno visto azzerato il valore del loro investimento dopo il crac delle due ex popolari poi salvate dal fondo Atlante. Se accetteranno la proposta, i soci della Vicenza riceveranno 9 euro per azione, ovvero il 14,4% del valore massimo di 62,5 euro raggiunto dal titolo. Agli azionisti di Veneto banca verrà rimborsato l 15% della perdita teorica subita che si traduce in un rimborso tra i 4,5 e i 6 euro ad azione dopo però aver detratto i dividendi percepiti.
Chi aderirà alla proposta, che abbraccia le azioni acquistate negli ultimi dieci anni, beneficerà anche «di esclusive condizioni commerciali» su depositi vincolati (rendimenti del 3% per vincoli a tre anni e del 5% per dieci anni), su mutui (niente spese di istruttoria e perizia) e sul conto corrente (canone zero per tre anni). Le due offerte saranno valide se vi aderirà almeno l'80% dei soci e il fabbisogno di capitale previsto dalle due banche per ristorare i risparmiatori azzerati ammonta a «oltre 600 milioni di euro, senza contare il plafond per i soci in condizioni di disagio economico-finanziario». Gli azionisti che aderiscono alle due offerte dovranno rinunciare a promuovere azioni legali e a qualsiasi pretesa in relazione all'investimento o mancato disinvestimento di titoli azionari delle due banche. L'obiettivo è infatti quello di rendere la banca appetibile per investitori terzi. Anche in vista della fusione fra i due istituti che Viola ha stimato «fattibile» nel 2017.
Intanto, una lista sommaria dei big più esposti con la ex popolare vicentina era già circolata nei mesi scorsi. Da Cattolica Assicurazioni alle Generali, dagli imprenditori dell'abbigliamento Ravazzolo (Confrav) a Luigi Morato, fondatore dell'omonima azienda che produce pane, dagli Amenduni alla Lujan del candidato sindaco di Roma, Alfio Marchini, dalla Fondazione cassa di Risparmio di Prato ad Allianz, dal produttore di scarpe di lusso Renè Caovilla alla Fondazione Roi, dal produttore di salumi Luca Ferrarini all'imprenditore dell'abbigliamento Ambrogio dalla Rovere (Sinv), per finire con la stessa famiglia dell'ex presidente Gianni Zonin.
Si trattava di pacchetti sotto l'1% del capitale, con l'eccezione dei fratelli Ravazzolo, che avevano registrato perdite milionarie: le azioni della Bpvi erano infatti crollate da 62,5 euro ai 10 centesimi a cui sono poi state vendute in sede di Ipo. A rimanere col cerino in mano è stata anche la Diocesi di Vicenza che ha perso circa 1,6 milioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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