Vaticano

Il "Popecast" di Francesco. "Vorrei la pace come regalo"

Festa in Vaticano, auguri dai leader e un podcast per raccontarsi: "Sembra ieri... Una decade di tensione"

Il "Popecast" di Francesco. "Vorrei la pace come regalo"

Un'edizione speciale dell'Osservatore Romano, auguri dai leader religiosi e dalle istituzioni. È giorno di festa, in Vaticano, per i dieci anni di Pontificato di Jorge Mario Bergoglio. Per la prima volta Papa Francesco si racconta in un podcast (dal titolo Popecast) per i media vaticani, grazie al progetto del giornalista Salvatore Cernuzio. «Il regalo che vorrei per i miei 10 anni? La pace, perché ci vuole la pace», chiede con forza Bergoglio, incontrato a Santa Marta in Vaticano. «Pensavo che quella della Siria fosse una cosa singolare. Ma poi c'è stato lo Yemen. Poi ho visto la tragedia dei rohingya, del Myanmar, quando sono stato lì. Ho visto che c'era la terza guerra mondiale. Ma dietro le guerre c'è l'industria delle armi. Questo è diabolico. Mi fa soffrire vedere i morti, vedere questi ragazzi, siano russi o ucraini non mi interessa, che non tornano. È duro».

I silenzi, le pause, la commozione. Dal podcast emerge tutto questo: un Papa molto umano e personale, che mostra il suo stato d'animo, le sue speranze, le sfide che lo attendono. E che pone l'accento su tre parole chiave: «Fratellanza, pianto e sorriso». «La fratellanza umana: siamo tutti fratelli, ricomporre la fratellanza, imparare a non aver paura di piangere e di sorridere. Quando una persona sa piangere e sa sorridere è una persona che ha i piedi sulla terra e lo sguardo sull'orizzonte del futuro. Se una persona si è dimenticata di piangere qualcosa già non funziona e se ha dimenticato il sorriso è peggio ancora», dice Francesco. Ci sono anche racconti personali sui 10 anni al Soglio petrino. «La prima parola che mi viene è che sembra ieri. Il tempo è pressuroso...», scherza. «Questi dieci anni sono stati così: una tensione». Il momento più bello? «L'incontro con i vecchi a San Pietro. Quello che non avrei voluto vedere, invece, sono i ragazzi morti per i conflitti». u Twitter il Papa ringrazia i fedeli di tutto il mondo per averlo «accompagnato con le preghiere», chiedendo di «continuare a farlo».

È una giornata di auguri e celebrazioni. Lo storico quotidiano d'Oltretevere, L'Osservatore Romano, pubblica un'edizione speciale dedicata ai momenti salienti del pontificato. Il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, ricorda «la sua Fede» che «non è una fede di laboratorio, ma è una fede di cammino. Ci ha aiutato in questi anni a capire quanto il Vangelo è attraente, persuasivo, risponde alle vere domande e anche, quindi, ad ascoltare le tante domande perché il Vangelo possa essere la risposta».

Poi sono arrivati gli auguri delle istituzioni: dalla premier Giorgia Meloni che lo ringrazia per «essere una guida forte, autorevole e punto di riferimento per la Chiesa cattolica» fino ai «più sentiti auguri di un sereno e fruttuoso proseguimento del Suo Magistero» del presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana. Papa del dialogo, Papa della mano tesa. Un messaggio è giunto anche dal Patriarca Kirill, che ricorda il suo «importante contributo» al dialogo interreligioso. «In questi tempi difficili che stiamo vivendo, il dialogo tra leader religiosi può portare buoni risultati». E a proposito di una possibile visita di Francesco a Mosca, è il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, a ribattere: «Attendiamo una dichiarazione ufficiale della Santa Sede».

Anche il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-TayyibAzhar sottolinea «il suo illustre cammino negli ultimi dieci anni, durante i quali ha voluto costruire ponti di amore e fratellanza tra gli esseri umani, e il suo instancabile sforzo di promuovere i valori della fratellanza umana».

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