Politica estera

La possibile vice Trump. "Ho sparato al mio cane"

La governatrice del South Dakota, repubblicana in rampa di lancio, e l'uccisione di Cricket: lo odiavo

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Passerà alla storia come uno dei più grandi autogol della politica americana (ma forse mondiale) quello di Kristi Noem, la governatrice del South Dakota da molti indicata come la possibile vicepresidente di una nuova futura amministrazione Trump. La donna ha raccontato, in un libro che sta per essere pubblicato e di cui il Guardian ha reso note alcune anticipazioni, di avere ucciso il suo cane perché «indisciplinato e impossibile da addestrare». Un coming out del tutto gratuito che rischia di fermare bruscamente la sua corsa alla Casa Bianca, viste le condanne bipartisan che la rivelazione ha provocato in un Paese che fa dell'amore per gli animali domestici una vera religione laica.

Ma che cosa ha scritto Noem nel suo chilometrico No Going Back. The Truth on What's Wrong with Politics and How We Move America Forward (traduzione: Nessun passo indietro: cosa è sbagliato in politica e come far avanzare l'America)? La politica, grande appassionata di caccia, racconta di aver adottato un bracco tedesco, Cricket, e di aver presto scoperto la sua totale inaffidabilità. Cricket infatti aveva rovinato con la sua inettitudine canina una caccia al fagiano e si era dimostrato assai più efficiente come killer delle galline del vicino, di cui faceva strage. Noem ha così stabilito la condanna a morte dell'animale di 14 mesi, da lei stessa portata a termine con un colpo di pistola. L'esecuzione nel libro è raccontata con una dovizia di particolari francamente disturbante, come pure il seppellimento della salma in una cava di ghiaia. «Odiavo quel cane, non era possibile addestrarlo, era pericoloso, non valeva niente come cane da caccia, e ho capito che dovevo abbatterlo», racconta Noem in un passaggio particolarmente cinico. Non migliora certo le cose il fatto che la governatrice del South Dakota racconti di aver riservato lo stesso trattamento a una capra un po' troppo agitata.

Inutile dire che Noem si è politicamente suicidata. Tim Walz, governatore democratico del Minnesota, ha invitato i suoi colleghi a pubblicare le foto dei propri cani (e molti lo hanno fatto davvero), ma anche da destra sono arrivate critiche. «I cani sono un dono di Dio, chiunque in modo non necessario fa male a un animale perché dà fastidio dovrebbe essere curato», ha detto Alyssa Farah Griffin, ex staff della Casa Bianca di Trump. «Non so perché qualcuno debba vantarsi di una cosa del genere a meno che non sia malato», ha rincarato la dose un'altra ex della Casa Bianca di Trump, Sarah Matthews. Attacchi a cui Noem risponde su X: «Amiamo gli animali, ma decisioni devono essere prese ogni giorno in una fattoria. Non è stato un lavoro piacevole, ma doveva essere fatto».

Ma ora qualcuno teme che lo stesso destino di Cricket possa toccare all'America.

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