Un inutile spreco di risorse pubbliche. Oppure un atto necessario di trasparenza per sapere con certezza come vengono spesi i soldi dei francesi. La volontà da parte del presidente francese Emmanuel Macron di ufficializzare formalmente il ruolo della premier dame, Brigitte, creando un vero e proprio status per la figura della moglie del presidente, anima il dibattito estivo in Francia. Di ieri l'altro la notizia di una crescita rapidissima e continua delle firme per una petizione lanciata su Change.org, che ha raggiunto 200 mila firme in pochi giorni, con cui si chiede lo stop di uno status ad hoc per la moglie del presidente. Interpellato dal quotidiano parigino Le Figaro, Renè Doisere, autore del libro Il denaro nascosto dell'Eliseo, afferma che la decisione di Macron di definire un quadro giuridico per la funzione di premiere dame, non farebbe che aumentare la trasparenza. E anche il deputato socialista Renè Dosiere sostiene che inquadrare formalmente funzioni, ruolo e spese della moglie del presidente renderebbe più trasparente la sua figura e costerebbe meno ai francesi. Di tutt'altro avviso il sito Mediapart, secondo cui «47 milioni di elettori francesi sono stati chiamati alle urne per eleggere un presidente in conformità alla nostra Costituzione, e non perchè il nuovo presidente forte del suo ego smisurato, possa attribuire un ruolo a sua moglie».
La legge francese e tantomeno la Costituzione, non fanno cenno all'inquadramento formale della moglie del presidente, figura nata 70 anni fa sotto la presidenza di Vincent Auriol. Negli anni però la prima dama, benchè senza status formale, ha usufruito di denaro pubblico, compensi che se eliminati, farebbero risparmiare 450 mila di euro l'anno.
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