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Meloni inizia dall’Ue. Prima missione estera tra Bruxelles e Nato

Il premier: "Serviremo l'Italia con orgoglio". La visita sia alla Commissione che alla sede dell'Alleanza Atlantica. Per la poltrona di consigliere diplomatico di Palazzo Chigi in pole l'attuale ambasciatore presso la Nato

Meloni inizia dall’Ue. Prima missione estera tra Bruxelles e Nato per ribadire la linea di sostegno all’Ucraina

«La Meloni non è ancora arrivata!». Mancano pochi minuti alle dieci e - proprio a pochi metri dal Salone delle Feste, dove i ministri sono già ordinatamente seduti da un quarto d'ora nelle due file di sedie davanti a cameraman e fotografi - inizia a cogliersi un filo di agitazione. Sono solo pochi istanti, poi il cerimoniale del Quirinale viene avvertito che la macchina del presidente del Consiglio designato ha appena varcato l'ingresso. Il tempo di salire e - esattamente alle 10 e 11 minuti - Giorgia Meloni pronuncia la formula di rito. E giura. «Serviremo l'Italia con orgoglio e responsabilità», scrive poi su Twitter. È il primo premier donna della storia italiana e tanto ha corso per dare il via al governo - ci ha messo 27 giorni dal voto del 25 settembre, meglio riuscì a fare solo Silvio Berlusconi nel 2008 con 24 giorni tra elezioni e giuramento - che neppure Sergio Mattarella fa troppo caso a quegli 11 minuti di ritardo.

La cerimonia si consuma velocemente, poi il presidente del Consiglio lascia il Colle e si ritaglia uno spazio privato, per partecipare ai funerali di Francesco Valdiserri, il ragazzo di diciotto anni tragicamente travolto su via Cristoforo Colombo mentre camminava sul marciapiede. È dal primo pomeriggio, invece, che Meloni entra nel vivo dei dossier, a partire da quello delle deleghe da attribuire ad alcuni suoi ministri (quello del Mare, Nello Musumeci, lasciando il Quirinale ha fatto capire che la partita è ancora aperta). Questa mattina, intanto, a Palazzo Chigi ci sarà la cerimonia della campanella, con il passaggio di consegne tra Mario Draghi e Meloni. Poi, via al primo Consiglio dei ministri, che ufficializzerà la nomina a vicepremier per Antonio Tajani e Matteo Salvini e quella a sottosegretario alla presidenza per Alfredo Mantovano.

Un pomeriggio, quello di ieri, dedicato soprattutto al versante internazionale. Con Meloni che incassa le congratulazioni e gli auguri di buon lavoro da tutte le principali cancellerie internazionali. A partire dalla Casa Bianca, con Joe Biden che ribadisce la vicinanza tra Stati Uniti e Italia, «un alleato vitale della Natoi». Il premier ringrazia e sottolinea la «profonda amicizia» e la «partnership transatlantica» che «unisce» Roma e Washington. «Non vedo l'ora - aggiunge - di rafforzarli ulteriormente, battendoci insieme per la libertà e la sicurezza internazionale».

Inutile dire che gli Usa - come pure l'Ue - guardano in questo momento soprattutto al conflitto tra Russia e Ucraina. E al posizionamento italiano, che con Draghi è stato netto e senza incertezze. Non è un caso che il primo atto di Tajani alla Farnesina sia quello di chiamare il suo omologo ucraino Dmytro Kuleba per ribadire che l'Italia sarà al fianco di Kiev. Concetto su cui torna anche Meloni, rispondendo alle congratulazioni arrivate da Volodymyr Zelensky. «L'Italia è e sarà sempre dalla parte del coraggioso popolo ucraino che lotta per la sua libertà», dice Meloni.

Che ha poi un lungo giro di telefonate con tutti i vertici delle istituzioni europee, dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, al presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, passando per la numero uno del Parlamento europeo, Roberta Metsola. L'Europa, insomma, accoglie con fiducia il nuovo governo italiano. Merito della linea saldamente atlantica che ha caratterizzato la leader di Fdi fin dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina, ma anche dei buoni uffici tenuti in questi anni a Bruxelles da Raffaele Fitto, oggi ministro degli Affari europei. E tanto Meloni punta sul rapporto con l'Ue che già la prossima settimana - dopo aver incassato la fiducia della Camera martedì e del Senato mercoledì - potrebbe volare a Bruxelles. Non solo per incontrare i vertici comunitari, ma pure per un passaggio alla sede Nato, per un faccia a faccia con il segretario generale Jens Stoltenberg. E, a proposito di Nato, potrebbe essere proprio l'ambasciatore Francesco Talò - l'attuale Rappresentante dell'Italia presso il Consiglio Atlantico - il futuro Consigliere diplomatico di Palazzo Chigi. Tutti segnali che confermano l'intenzione di voler seguire con nettezza la linea di politica estera tracciata da Draghi. Una mano tesa anche agli Stati Uniti, magari nella speranza di accelerare una visita a Washington. E con l'obiettivo di costruire comunque i presupposti per un primo bilaterale con Biden già in occasione del G20 in programma a Bali a metà novembre.

In chiave europea, intanto, Meloni sta intensificando i contatti con Parigi. Vista la coincidenza della visita a Roma di Emmnuel Macron, infatti, si continua a lavorare su un faccia a faccia con il presidente francese da tenersi domani.

Oggi , intanto, toccherà a Tajani incrociare Macron all'incontro organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio.

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