Cronache

Premio Nobel, medici italiani e infermieri candidati

Dopo un anno passato a combattere in corsia una guerra contro un nemico sconosciuto, il personale sanitario italiano è candidato al Nobel per la pace 2021

Medici in corsia contro il Covid (La Presse)
Medici in corsia contro il Covid (La Presse)

Dopo un anno passato a combattere in corsia una guerra contro un nemico sconosciuto, nelle terapie intensive, tra le bombole d'ossigeno, bardati come marziani con tute di contenimento, mascherine, visiere e copriscarpe, dopo che tanti colleghi hanno sacrificato la propria vita, il personale sanitario italiano è candidato al Nobel per la pace 2021. È la prima volta che medici e infermieri di una nazione ricevono questa prestigiosa candidatura, ma l'impegno e la dedizione nell'affrontare l'epidemia hanno convinto Oslo a dare il suo benestare. Con la seguente motivazione: «Il personale sanitario italiano è stato il primo nel mondo occidentale a dover affrontare una gravissima emergenza sanitaria, nella quale ha ricorso ai possibili rimedi di medicina di guerra combattendo in trincea per salvare vite e spesso perdendo la loro». La candidatura è stata proposta dalla Fondazione Gorbachev e sottoscritta, come prevede il protocollo, dall'americana e Nobel per la Pace Lisa Clark, che ha prestato attività di assistenza volontaria durante l'epidemia. «Ho candidato il corpo sanitario italiano - ha spiegato la Clark - poiché la sua abnegazione è stata commovente. Qualcosa di simile a un libro delle favole, da decenni non si vedeva niente del genere. Il personale sanitario non ha più pensato a sé stesso ma a cosa poteva fare per gli altri con le proprie competenze».

La proposta italiana è insieme ad altre 328 candidature, una lista dalla quale ora ne verranno selezionate una cinquantina. Solo ad ottobre si saprà se ha avuto il consenso del Comitato per il Nobel. Una notizia accolta con grande soddisfazione non solo da chi ha ricevuto questo importante riconoscimento mentre negli ospedali di tutto il Paese ancora si combatte, ma anche dal ministro della Sanità, Roberto Speranza: «Sono le donne e gli uomini del nostro Servizio sanitario nazionale. Non mi è mai piaciuto usare la parola eroe, ma sono stati davvero protagonisti di questa stagione. Ma dobbiamo essere coerenti e investire su di loro. Perché è il modo più vero e concreto di ringraziali».

«Tutta Italia non vi ringrazierà mai abbastanza ed è pronta a fare il tifo, ma comunque vada per noi avete già vinto», ha detto infine il governatore della Liguria, Giovanni Toti.

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