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Presenti Mattarella, la premier e i leader. Alla fine pure Elly

Il presidente Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni, che già ieri sera ha lasciato Palazzo Chigi per andare a rendere omaggio alla camera ardente di Arcore, saranno in prima fila ai funerali solenni di Silvio Berlusconi

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Il presidente Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni, che già ieri sera ha lasciato Palazzo Chigi per andare a rendere omaggio alla camera ardente di Arcore, saranno in prima fila ai funerali solenni di Silvio Berlusconi, oggi in Duomo. Con Meloni ci sarà gran parte del governo, i rappresentanti dei partiti del centrodestra, i dirigenti e i ministri presenti e passati di Forza Italia.

Moltissimi gli ex presidenti del Consiglio che hanno deciso di partecipare alle esequie: da Mario Draghi a Matteo Renzi, da Paolo Gentiloni (che rappresenterà ufficialmente la Commissione europea, essendo la presidente Ursula von der Leyen impegnata in una missione)a Mario Monti, che ebbe l'incarico di sostituire Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi in quel drammatico 2011. Aveva subito annunciato la propria volontà di essere presente anche l'antagonista storico del Cavaliere, il fondatore dell'Ulivo Romano Prodi. Ma il tragico lutto che lo ha colpito ieri, con la morte improvvisa della moglie Flavia Franzoni, glielo impedirà. Potrebbe esserci anche Enrico Letta, ex premier ed ex leader del Pd, che ieri sera stava cercando di spostare alcuni impegni all'estero per volare a Milano. Chi invece ha scelto di non esserci (sulla scorta del famoso tormentone morettiano di Ecce Bombo: «Mi si nota di più se vado o non vado?») è Giuseppe Conte: prima ha fatto diffondere un secco comunicato per dire che non andava. Poi, accortosi della sgrammaticatura che già gli aveva attirato alcune critiche pubbliche («Nel 1984 Almirante visitò la salma di Berlinguer: è un fatto di rispetto umano», gli ha ricordato Carlo Cottarelli)ha fatto diffondere una velina per assicurare i propri «sentimenti di cordoglio», rivendicare di aver dato «l'input di non fare uscite sguaiate» al proprio partito (evidentemente proclive alla sguaiatezza)e dilungarsi a spiegare che non va «per rispettare la storia del Movimento».

Particolarmente faticosa è stata invece la decisione della segretaria Pd Elly Schlein, che fino a ieri sera si è tormentata sul da farsi. Da un lato il timore delle critiche da sinistra: Conte, come anche i rosso-verdi di Bonelli&Fratoianni, rivendicavano orgogliosamente la volontà di disertare per ragioni politiche. Per non parlare di Rosy Bindi che strombazzava la propria contrarietà ai funerali di Stato.

Dall'altra il pressing di gran parte dei dem, che le spiegavano che un'assenza sarebbe stata vista non solo come una sgradevole mancanza di fair play politico, ma anche come uno sgarbo verso chi (a cominciare da Mattarella) ci sarà. Solo nel tardo pomeriggio Elly ha smesso di sfogliare la margherita, e ha fatto annunciare che sarà in Duomo.

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