Scripta manent

"Pressione marcata sul foglio... Vi dico chi è davvero la Meloni"

La scrittura di Giorgia Meloni mette in evidenza delle peculiarità tipiche di una natura estroversa, dinamica e capace di trovare in ciò che fa riscontri produttivi

"Pressione marcata sul foglio... Vi dico chi è davvero la Meloni"

La scrittura di Giorgia Meloni mette in evidenza delle peculiarità tipiche di una natura estroversa, dinamica e capace di trovare in ciò fa riscontri produttivi. I segni grafici (scrittura tonda e pressione marcata sul foglio) sono espressione di un tipo di comunicazione basata sull’energia e del bisogno di risposte sobrie che poco spazio lascino a un divagare inconsueto o superficiale. Senza esprimersi con parole o con ragionamenti contorti, ella sa essere ferma e determinata nell’esprimersi trovando in sé stessa quell’energia vitale che la rende una tipica “donna politica”, amante di tale ruolo. Sente molto profondo il senso di appartenenza, fino a dichiararlo senza mezze misure quando afferma di ”essere di destra”.

Infatti, nel sostenere le proprie idee è determinata, ma mai aggressiva; il suo tono di voce è deciso e fermo, dimostrando una buona cultura politica che le permette di portare avanti le cose con sapienza, determinazione e volitività (forma essenziale delle lettere, gesto fluido e conciso). Decisa e risoluta, è in grado di sostenere il proprio partito con forza e senza incertezze, fino ad assumere una chiara posizione di opposizione in Parlamento. Anche in questo modo, però, la Meloni sa dimostrare la sua capacità di discernimento, mantenendo intatta la propria femminilità che le permette di basare il suo giudizio su un sentire femminile, così importante per mitigare la supremazia maschile.

Quanto agli insulti, che ogni tanto le sono diretti, sembra che ella adotti il metodo suggerito da papa Giovanni XXlll°: “i sassi che mi lanciano io li lascio sul selciato”. È però anche vero che ella sa controbattere alle critiche dando forza al suo partito. È questa la vera democraticità in politica, ossia saper accettare la sconfitta, con dignità e consapevolezza, evitando che il proprio credo diventi dogma che non permette visioni allargate e d’interscambio.

La Meloni, infatti, ci dà un esempio di come la fede in un partito finisce per perdere valore e pregnanza, quando diventa dogma.

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