Per l'Italia arriva una nuova promozione dal Fondo Monetario internazionale, dopo la pubblicazione di stime ottimistiche sulla crescita 2023- L'economia italiana ha «resistito bene» agli effetti della guerra in Russia, mostrandosi «resiliente» anche grazie «ai generosi incentivi, incluso il Superbonus». Promosso l'approccio prudente del governo e l'impegno alla riduzione del debito. Le comunicazioni pubblicate al termine della missione Articolo IV dell'Fmi contengono, tuttavia, una serie di raccomandazioni non nuove alle orecchie degli addetti ai lavori. La flat tax potrebbe avere effetti negativi sul gettito tributario e sull'equità, ma soprattutto le sanatorie fiscali, così come le soglie all'uso del cash, «non aiutano il fisco». Quest'anno gli esperti di Washington si sono limitati a suggerire un «allargamento della base imponibile», ma è chiaro che la prospettiva è la solita: aumentare il prelievo tramite patrimoniali compensandolo con un alleggerimento del carico fiscale sul lavoro.
Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha assicurato che il governo continuerà «sulla strada della prudenza, responsabilità e realismo perseguendo l'obiettivo della riduzione del debito pubblico con l'attenzione verso persone e famiglie più vulnerabili e senza trascurare l'indispensabile crescita per rilanciare l'economia italiana». A questo proposito, ieri è stata presentata la proposta di istituire un «bollino anti-inflazione» per l'ultimo trimestre dell'anno. Il marchio contrassegnerà una serie di prodotti a larghissimo consumo, dal cibo ai prodotti per l'infanzia, in vendita a prezzo calmierato nei negozi che aderiranno all'iniziativa. È entrata nel vivo la trattativa tra ministero delle Imprese, operatori della distribuzione e produttori per sottoscrivere un protocollo. Il sottosegretario alle Imprese, Massimo Bitonci, punta ad arrivare all'intesa entro domani per poi consentire al premier di firmare il protocollo la prossima settimana.
Tra i principali suggerimenti dell'Fmi anche il contenimento della spesa pensionistica (16% del Pil contro la media Ue del 13%) evitando «ulteriori uscite anticipate» in considerazione del fatto che l'età di uscita effettiva (sotto i 64 anni) è inferiore a quella legale (67). Non è un caso che ieri si sia concluso con un nulla di fatto l'incontro tra i sindacati e con l'Osservatorio sulla spesa previdenziale del ministero del Lavoro. Cgil e Uil hanno chiesto al governo risposte immediate. La Cisl ha ribadito le sue proposte sulla flessibilità in uscita a partire da Quota 41. Sul confronto pesa come un macigno il recupero dell'inflazione che potrebbe costare fino a 14 miliardi.
È probabile, quindi, che in sede di legge di Bilancio il ministro del Lavoro, Marina Calderone e il collega dell'Economia siano «costretti» a una riproposizione delle misure 2023 dall'Ape sociale a quota 103 (41 anni di contributi con almeno 62 anni di età) e Opzione donna.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.