Primarie taroccate, Cofferati vuol lasciare il Pd

I garanti si limitano ad annullare i voti di tredici sezioni su 300: vittoria alla Paita ma tira aria di strappo

Primarie taroccate, Cofferati vuol lasciare il Pd

Le primarie al Pd vanno bene anche col pasticciaccio. A Sergio Cofferati, vittima designata della pagliacciata di domanica scorsa in Liguria, no. Tanto che ieri, dopo il giudizio del collegio dei garanti che ha corretto ma non cambiato il risultato delle primarie per il candidato del centrosinistra alle regionali del prossimo maggio, l'ex sindaco di Bologna ha lasciato capire che la delusione per la vicenda lo condurrà a lasciare il partito. Diventa lui quindi l'unica vera vittima di una consultazione pesantemente condizionata da stranezze e irregolarità: sotto accusa in particolare la presenza alle urne di tanti extracomunitari e di «riconoscibili esponenti locali del centrodestra».

Che le primarie, su cui sta indagando anche la Digos di Genova, siano state farlocche in fondo lo ha ammesso lo stesso organo chiamato a obliterare la validità del voto, che ha annullato l'esito di 13 seggi dei 300 allestiti in tutta la regione (Lavagna, Moconesi, Beverino, Albisola Superiore, Savona Villapiana, Badalucco, Perinaldo, Spezia Centro, Santo Stefano al Mare, Deiva Marina, Sarzana 48, Millesimo, Savona Lavagnola), ma non il chiacchieratissimo seggio di Albenga, dove domenica scorsa avrebbero votato file di stranieri, comprese intere squadre calcistiche. «Soldi per votare? Solo parole. Si diceva che alle otto del mattino c'erano frotte di extracomunitari in fila. Bene, parliamo di numeri: 147 stranieri su 1.600 votanti circa. Ad altre primarie avevano votato circa 1.300 persone e 150 erano stranieri», esulta Alessandro Andreis, segretario dem cittadino.

Resta il fatto che la vincitrice è sempre Raffaella Paita, attuale assessore alle Infrastrutture e alla Protezione civile, che al netto delle sezioni cestinate conta 26.870 voti (52,98 per cento) contro i 22.965 voti (45,70) di Cofferati. I garanti hanno sbianchettato 3.928 preferenze, 2.398 per Paita, 1.496 per Cofferati e 34 per Massimiliano Tovo, candidato del Centro democratico.

Un pasticcio che però lascia il segno sullo strumento democratico tanto amato a sinistra, almeno come lo conosciamo. «Alcune criticità nell'esercizio del voto alle primarie potrebbero essere superate da regole più precise e meglio interpretabili in modo univoco e auspica un comportamento dei partecipanti alla competizione rispettoso dell'importanza del voto», si legge nella relazione del collegio dei garanti. Mentre dall'entourage di Cofferati filtra una certa irritazione, nella direzione nazionale del Pd è Stefano Fassina a dar voce alle perplessità di molti, non solo della minoranza interna: «La vicenda delle primarie in Liguria non può essere archiviata facendo le congratulazioni alla vincitrice. Ci sono problemi politici molto seri da affrontare».

Chi invece fa finta di nulla è il premier Matteo Renzi, che incorona la Paita e taglia corto: «Sul voto delle primarie in Liguria la questione è stata chiusa dagli organismi interni. La discussione finisce qui. Ora proviamo a vincere».

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