Roma Una lista di 357 nomi con una sorpresa. Nell'elenco degli esperti che hanno sottoposto alle Camere il proprio curriculum per essere nominati alla guida del Garante alla Privacy spicca un'assenza: non si è fatto avanti Marco Bellezza, l'avvocato esperto di privacy e diritto digitale che, secondo i primi retroscena circolati dopo l'invettiva di Di Maio contro la presunta «politicizzazione dell'Authority», doveva essere il favorito del M5s.
Sul nome di Bellezza si era subito alzato un muro: innegabile l'esperienza, ma come rendere credibile l'appello di Di Maio a scegliere «un nome slegato dalla politica» puntando su un avvocato che è anche consigliere giuridico dello stesso vice premier? Oltretutto, Bellezza ha nel curriculum di avvocato un cliente scomodo per chi è chiamato a tutelare la riservatezza degli italiani nell'era del traffico di dati sensibili. Nel recente passato, Bellezza è stato difensore di Facebook nella causa intentata dalla madre di Tiziana Cantone, la giovane donna suicida dopo un linciaggio sui social network.
L'M5s avrebbe deciso di puntare su un'altra pedina. Il nuovo favorito sarebbe Oreste Pollicino, avvocato esperto di diritto digitale. Docente alla Bocconi, sicuramente può vantare un ottimo curriculum specifico e un incarico europeo come membro del multistakeholder forum on disinformation, nominato dalla Direzione generale della Commissione europea che si occupa di Reti. Anche lui ha avuto di recente un incarico dal ministero dello Sviluppo, come uno dei trenta esperti chiamati a elaborare la «Strategia nazionale sull'intelligenza artificiale», ma non è questo l'elemento che fa luce sulla strategia dei pentastellati: il ruolo da tenere d'occhio è quello di «Of Counsel», avvocato presso lo studio legale Portolano Cavallo. Coincidenza: è lo stesso da cui proviene Marco Bellezza. Per chi alle coincidenze invece non crede, si può leggere come la «mossa del cavallo» dei grillini: dribblare i rischi di incompatibilità di Bellezza sostituendolo con un suo collega di studio.
Pollicino, 43 anni, ha un ruolo meno importante di Bellezza nello studio, ma ha firmato saggi sul diritto digitale insieme a Enrico Apa, un partner dello studio e allo stesso Marco Bellezza. Curiosità, Pollicino è tra i pochi ad aver mandato il proprio curriculum solo alla Camera dei deputati. In teoria ognuna delle Camere dovrebbe votare per i curriculum che ha ricevuto (eleggendo un collegio di quattro componenti che poi sceglieranno al proprio interno il presidente) ma la legge non è chiarissima sul punto. Dunque o l'avvocato è molto sicuro delle proprie possibilità o è incappato in una svista. In passato, Pollicino era stato tra i papabili del M5s per l'Agcom. I grillini potrebbero tentare l'en plein scambiando i ruoli, cioè mandando Bellezza all'Authority per le comunicazioni.
Nell'elenco dei 357 in pole parte anche Giuseppe Busia, segretario generale del Garante e ben
conosciuto da Giuseppe Conte. Tra gli esperti in lizza una delle massime autorità del settore, Vincenzo Zeno Zencovich, il presidente dell'Istituto italiano privacy Luca Bolognini e l'ex deputato di Scelta civica Stefano Quintarelli.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.