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Il professor Meani, tra i massimi esperti Europei: «L'Italia è un Paese all'avanguardia»

Marco PalmaOsteomieliti anzitutto, ma anche infezioni delle protesi articolari, mascellari, del piede: patologie che fino a poco tempo fa erano devastanti per il malato, non facili da diagnosticare e da curare, causando dolori, sofferenze e frustrazioni. Oggi il futuro per queste persone è decisamente più ottimistico, perché diagnosi precoce nei centri particolarmente qualificati e tecniche chirurgiche di ultima generazione hanno prodotto risultati inimmaginabili fino a poco fa. Uno dei più importanti ortopedici a livello internazionale in questo settore, il professor Enzo Meani, per molti anni direttore della chirurgia ortopedica del Gaetano Pini di Milano, fa il punto sulle infezioni ossee.«Osteomieliti, infezioni dell'osso provocate da batteri presenti nel sangue, lesioni traumatiche profonde o gravi fratture esposte ma anche da infezioni provenienti dalle protesi articolari, rappresentano una patologia di rilevanza sociale. Ogni anno in Italia si stima che dei circa 150mila impianti protesici articolari effettuati, 3mila vanno incontro ad una possibile infezione. Fondamentale è la diagnosi precoce, grazie anche a nuovi strumenti biochimici, enzimatici o di immagine». Tuttavia, per Meani è assolutamente fondamentale «identificare correttamente i batteri per una terapia quanto più mirata possibile e dunque specifica contro il focolaio. Ovviamente bisogna disporre di centri di microbiologia altamente specializzati e in Italia tutto questo per fortuna esiste». E poi gli strumenti terapeutici. Il trattamento chirurgico delle infezioni da protesi articolari «richiede una notevole esperienza operatoria sia generale che di conoscenza di tecniche sempre più innovative».Riguardo alla qualità di vita futura del malato il prof Meani è perentorio: «Per determinate patologie la vita futura potrà essere praticamente normale, se preceduta da un corretto trattamento. In altri casi purtroppo esistono delle limitazioni funzionali con la prospettiva di ricorrere a cicli continui di terapie specifiche per il resto della vita; anche se va detto che farmaci sempre più mirati e sempre meno tossici, tecniche chirurgiche di ultima generazione, sempre più mininvasive (è il caso ad esempio di artroscopi per la cura di artriti infettive) e materiali biocompatibili hanno straordinariamente migliorato la prognosi di queste patologie con una percentuale di successo in termine di guarigione, superiore all'80%».L'Italia resta un paese straordinariamente all'avanguardia per la preparazione medico-chirurgica di queste patologie. «Pur dovendo dire che le strutture specialistiche per diagnosi e cura in questo settore sono rimaste poche e sono stati ridimensionati o chiusi reparti ospedalieri di lunga tradizione non certo per inefficienza aggiunge Meani dato che le infezioni osteoarticolari sono purtroppo in grave aumento. 24 anni fa ho fondato con altri tre visionari il Gruppo italiano di Studio e terapia delle infezioni osteoarticolari proprio con l'intento di creare una rete di specialisti, preparati e cultori di questa materia. La politica non ha ad oggi recepito le sollecitazioni per unire gli interessi professionali e favorire la costituzione di centri specializzati». Il professor Enzo Meani è a pieno titolo dal 1993 membro della Società Europea delle infezioni osteoarticolari, di cui è stato anche presidente dal 2003 al 2005. «Per esperienza, una organizzazione come quella francese con 8 centri di alta specializzazione, permetterebbe anche in Italia di ottenere risultati considerevoli ottimizzando le risorse. La ricerca italiana ha recentemente prodotto un gel che, con o senza carica antibiotica, è in grado di impedire l'adesività di batteri sui materiali impiantati.

Tutto questo è stato validato da un importante studio multicentrico internazionale finanziato in gran parte dalla Comunità Europea».

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