Guerra in Ucraina

Il pugno di ferro di Putin. "Lo scontro era inevitabile. A Bucha? Soltanto falsità"

L'occasione perfetta per parlare al mondo Putin l'ha avuta ieri e l'ha sfruttata

Il pugno di ferro di Putin. "Lo scontro era inevitabile. A Bucha? Soltanto falsità"

L'occasione perfetta per parlare al mondo Putin l'ha avuta ieri e l'ha sfruttata. Alla cerimonia di premiazione al cosmodromo di Vostochny, in Russia, per celebrare l'anniversario dello storico volo nello spazio del cosmonauta sovietico Yuri Gagarin, in compagnia del suo grande alleato Aleksandr Lukashenko, Putin non ha fatto che ribadire la sua linea. «Uno scontro tra Mosca e le forze anti russe in Ucraina era inevitabile e una questione di tempo». Il copione sempre lo stesso: Mosca non aveva altra scelta per e lanciare un'operazione militare per proteggere la Russia, l'Ucraina ha iniziato a diventare un terreno anti-russo, i germogli di nazionalismo e neonazismo che esistevano da tempo hanno iniziato a crescere. Putin ha poi aggiunto che «la crescita del neonazismo è stata particolarmente considerevole e lo scontro della Russia con queste forze era inevitabile». Con un certo orgoglio ha poi aggiunto che il blitzkrieg economico dell'Occidente contro la Russia è fallito. «La guerra lampo su cui contavano i nostri nemici ovviamente, è fallita. Il nostro sistema finanziario e l'industria funzionano», ha detto Putin, «naturalmente, ci sono problemi ma l'economia e il sistema finanziario russi sono in piedi piuttosto saldamente». Quello che ha parlato ieri è un presidente che si sente forte, anche del suo consenso che tocca l'85%. Putin ha anche dichiarato che l'operazione militare di Mosca in Ucraina raggiungerà senza dubbio quelli che ha definito i suoi «nobili» obiettivi. Putin ha aggiunto che il suo Paese non ha intenzione di isolarsi dal resto del mondo e che le forze russe che hanno condotto la campagna militare di Mosca in Ucraina hanno agito in modo coraggioso ed efficiente.

Secondo il presidente, la Russia non può più tollerare che il genocidio venga compiuto contro la popolazione di lingua russa nella regione del Donbass. Non ha dubbi sul fatto che il «nobile» obiettivo di proteggere il Donbass verrà raggiunto. «Questo è quello che accadrà. Non ci sono dubbi. La data entro la quale l'operazione speciale in Ucraina potrebbe concludersi dipende dall'intensità dei combattimenti, ha chiarito Putin in conferenza stampa, aggiungendo «che l'intensità dei combattimenti è purtroppo correlata alle perdite in un modo o nell'altro» e che «agiremo in linea con il piano». Intanto le guardie di frontiera ucraine hanno rafforzato le misure di sicurezza al confine ucraino con la Bielorussia, a quello tra Ucraina e Moldavia e nell'area della Transnistria. E sul futuro, sui progetti geopolitici Mosca e Minsk devono rafforzare la loro integrazione in un momento in cui l'Occidente «ha scatenato una guerra di sanzioni a tutto campo». «È importante rafforzare la nostra integrazione ha dichiarato il presidente russo Continueremo a opporci insieme a qualsiasi tentativo di rallentare lo sviluppo dei nostri Paesi o isolarli artificialmente dall'economia globale». Ha riferito che durante i colloqui con il suo omologo bielorusso ha discusso della difesa dei confini occidentali dei due Paesi e della loro cooperazione tecnico-militare. «Abbiamo anche discusso della formazione di uno spazio di difesa comune».

I colloqui con Kiev, fermi su un binario morto, «sono cominciati in buona parte grazie a Lukashenko. La Bielorussia è il posto perfetto per i negoziati», ha aggiunto Putin, chiarendo come «quello che sta succedendo in Ucraina «è una tragedia, ma non c'era scelta... Il mondo oggi è più complesso che ai tempi della Guerra Fredda». In conclusione, ha accusato «Kiev di aver spinto i negoziati in un vicolo cieco» e «l'Unione europea di essere sotto schiaffo degli Usa». Il leader del Cremlino ha anche affermato che Lukashenko gli ha consegnato i documenti sulla «provocazione» a Bucha e ha parlato di un «falso», ricordando che simili accuse sono state lanciate in Siria, accusando il presidente Bashar al-Assad di usare armi chimiche. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha assicurato che Mosca e Minsk «contrasteranno i tentativi di isolarle». E dall'altra parte il fidato Lukashenko ha chiarito che «La Bielorussia resterà sempre al fianco della Russia, in qualsiasi modo evolva la situazione».

Minsk «è determinata a rafforzare l'unità con la Russia», ha aggiunto citato dalla Tass.

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