Sembra essere per il momento tornato il sereno in Borsa sui titoli bancari che ieri hanno chiuso una seduta da incorniciare, mentre cresce la fiducia su un'intesa in Europa per risolvere i problemi degli istituti italiani.
Il listino principale di Milano ha guadagnato il 2,83% con appunto i titoli del credito in grande spolvero: Ubi è salita del 10,86%, Bpm del 7,63%, la promessa sposa Banco Popolare del 6,16%, Carige dell'8,89%, Intesa Sanpaolo del 6,56% e anche la «cenerentola» Mps ha messo a segno un balzo del 3,7 per cento.
In attesa di novità da Bruxelles, Siena guarda soprattutto alle mosse del fondo Atlante che sta cercando nuove munizioni per smaltire almeno 27 miliardi di sofferenze del gruppo toscano per poi consentire al consiglio di amministrazione della banca di procedere con un aumento di capitale di circa 3 miliardi garantito dagli attuali azionisti del Monte e infine con l'aggregazione invocata dalla Bce più di un anno fa.
Ma ad alimentare ieri l'ottimismo su tutto il comparto ha contribuito anche l'accelerazione sul rilancio di Unicredit varata dal nuovo ad Jean Pierre Mustier. L'istituto di piazza Gae Aulenti in mattinata ha infatti completato con successo la vendita del 10% di FinecoBank annunciata lunedì incassando 328 milioni di euro, e poche ore dopo ha subito giocato un'altra carta avviando l'offerta di azioni ordinarie della controllata polacca Pekao fino a circa il 10% dell'attuale capitale sociale. L'operazione consentirà all'istituto milanese di rafforzare ulteriormente la struttura di capitale mantenendo nel contempo una partecipazione di controllo nella banca polacca. Del resto, Mustier lo aveva sottolineato lunedì al termine del suo debutto in cda: «Unicredit agirà in maniera decisa e rapida per cogliere ogni opportunità per la creazione di valore». Le azioni Unicredit hanno così messo il turbo in Borsa segnando un +13,45% e tornando sopra la soglia dei 2 euro, ovvero sui livelli pre-Brexit. Lo scorso 24 giugno i titoli erano infatti precipitati da 2,7 a 2,07 euro in seguito alla vittoria del leave nel referendum sull'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea.
Al rally del credito ieri ha partecipato anche Bper con un balzo dell'8,15 per cento.
Il cda della popolare emiliana ha approvato le modifiche statutarie necessarie alla trasformazione in società per azioni. Il testo verrà ora sottoposto alla Vigilanza per il via libera e poi la parola passerà all'assemblea dei soci che «si prevede di tenere nell'ultimo quadrimestre del corrente anno», spiega l'istituto in una nota.