Magistratura

Pure un logo ossessiona gli antifascisti

Macché fascista, è solo brutto. Tocca al nuovo logo del ministero dell'Istruzione dare vita all'ultimo capitolo della psicopatologia dell'antifascismo quotidiano

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Macché fascista, è solo brutto. Tocca al nuovo logo del ministero dell'Istruzione dare vita all'ultimo capitolo della psicopatologia dell'antifascismo quotidiano. La turba mentale di chi oggi che Dio è morto, Marx è morto e anche loro non si sentono troppo bene, non trova di meglio che sfogare le frustrazioni ideologiche prendendosela con i fantasmi di un passato che paradossalmente sono solo loro a tenere ormai in vita. Facendo delle trasmissioni e dei libri su Benito Mussolini e il Ventennio, gli unici bestseller in un'epoca di analfabeti di andata e ritorno. E quindi alla sola diffusione epidemica del marchio, ovviamente via social perché altro non leggono, si è scatenato lo shitstorm (per dirla elegante) contro il ministero che ha peraltro smentito parlando di «una provvisoria grafica per i canali social». Con Valditara imputato di aver inserito forme che troppo ricordano i fasci littori. Ora, in psicologia e psichiatria esiste il Test di Rorschach, quello che sottopone al paziente delle macchie d'inchiostro e a seconda delle risposte ne delinea i disagi affettivi e la capacità o meno di avere una corretta rappresentazione di sé e degli altri. Verrebbe da dire che chi in quel simbolo ha visto pericolosi richiami alla retorica littoria, slanciandosi come un nuovo partigiano sulla trincea di Facebook nella resistenza ai pericolosi arditi di viale Trastevere, proprio normale non deve essere. E per evitare in futuro simili allucinazioni, forse una visitina a un bravo psicologo se non a uno psichiatra, dovrebbe prenotarla. Lasciando perdere l'antifascismo e i fasci, per dire piuttosto che il ministero dell'Istruzione diventato con il governo Meloni anche del Merito, avrebbe meritato una grafica più consona. Magari più istituzionale, ispirata all'austerità di chi deve difendere il bene più prezioso di una società, se non vogliamo dire di uno Stato, rischiando l'accusa di connivenza con l'etica dell'educazione di Giovanni Gentile. Aggiungendo, tanto per mettere i puntini sulle «i», che quello (seppur tricolore) sulla maiuscola, proprio non ci stava.

I puntini sulle «i» degli antifascisti, li mettano gli psichiatri.

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