Pure gli scafisti fanno i saldi. A Natale tornano gli sbarchi

Traffici in aumento grazie allo sconto di fine anno: in Libia bastano 400 euro. Raccolti in mare 255 profughi

Pure gli scafisti fanno i saldi. A Natale tornano gli sbarchi

Tre barconi lanciano l'Sos. Il primo arriva alla Guardia costiera all'una del mattino. La notte di Natale i soccorritori sono al lavoro. E raccolgono in mare 255 immigrati, destinati alle strutture di accoglienza siciliane in prima battuta per poi essere trasferiti nei diversi centri sparsi per tutto lo Stivale. Erano a bordo di un gommone e di due barchini, che sono stati soccorsi da un'unità inserita nel dispositivo EunavforMed e da due navi delle Organizzazioni non governative, la Aquarius e la Proactiva Open Arms. È stata quest'ultima a concludere le operazioni di soccorso ieri mattina, con il trasbordo, avvenuto alle 8, di 134 immigrati dal natante in balia delle onde, per via del mare grosso. Di questo gruppo di immigrati fanno parte 24 minori non accompagnati, tra cui alcuni bambini tra i quattro e i cinque anni, e 12 donne, tra cui una incinta.

Le previsioni meteo non favorevoli e il freddo di questo periodo natalizio non ha fermato le partenze. Anzi. Si teme che quelle della sera di Natale siano solo il preludio di una nuova ondata migratoria incontrollata. Basti guardare alle nazionalità di provenienza degli immigrati raccolti in mare, ovvero Pakistan, Sudan, Bangladesh, Somalia, Guinea, Nepal, Ciad, Sierra Leone, per citarne solo alcune, per temere che qualcosa nei recenti accordi presi tra il governo italiano e quello libico sia già saltato. Tutto fa pensare, infatti, che si tratti delle tantissime persone ammassate nei centri di detenzione libici, che via via vengono svuotati. Anche l'area di mare in cui sono stati trovati i natanti soccorsi, ovvero a 20 chilometri da Tripoli, fa pensare alla provenienza dai centri di ammassamento della Libia.

Se così è, a partire alla volta delle coste italiane saranno in migliaia. Anche di più. E a corredo di questa ipotesi arriva la ciliegina sulla torta. I trafficanti di vite umane hanno dato il via agli sconti. Salire su un gommone costa solo 400 euro. Lo hanno detto alcuni immigrati trasportati al porto di Pozzallo, dove insiste un Hotspot che, con dati aggiornati a qualche giorno fa, nel 2017 ha già ospitato 11.278 immigrati in occasione di 47 approdi. Anche la notizia che circola di un arretramento della Guardia costiera libica, che vuole dire una minore vigilanza riguardo alle partenze dalle diverse spiagge della Libia, con possibilità di far rientrare gli immigrati appena partiti, fa ipotizzare che siamo punto e a capo. E l'Italia si trova di nuovo a soccorrere e accogliere. Indiscriminatamente.

Al suo rush finale il governo italiano sembrerebbe dunque avere perso anche quel poco che era riuscito a guadagnare, iniziando solo di recente a metter mano per stabilire un po' d'ordine rispetto alla politica dell'accoglienza a tutti i costi finora abbracciata e sostenuta.

E a farne le spese sono come sempre tutti gli italiani che vedono da una parte iniziare ad accogliere in legalità - com'è stato il 22 dicembre con l'arrivo in aereo di 162 richiedenti asilo, individuati dall'Unhcr, l'Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, nei centri di detenzione intorno a Tripoli, immigrati che hanno i requisiti per chiedere la protezione internazionale in Italia - e dall'altra non vedono però terminare i viaggi illegali della speranza, che addirittura si teme prospereranno. L'unica speranza concreta è che nell'anno nuovo si cambi rotta. No, non quella dei barconi, sempre puntati verso la Sicilia. Ci penseranno gli italiani alle urne.

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