Putin chiama Berlusconi «Telefonata tra veri amici»

Il presidente russo si informa delle condizioni dell'ex premier. Il rammarico del Cav: non ha potuto votare

S e avesse potuto, avrebbe votato scheda bianca: ma per Silvio Berlusconi, ricoverato al San Raffaele a smaltire il trauma dell'operazione a cuore aperto, votare non è stato possibile, perché l'unico seggio elettorale dell'ospedale, ospitato dal padiglione Q, consente di partecipare alle elezioni solo ai residenti del Comune di Milano. E il Cavaliere, come è noto, è residente a Roma. Poco male, visto appunto che nello scontro Raggi-Giachetti per il Campidoglio, il leader di Forza Italia aveva scelto la via della neutralità. Ma chi lo ha incontrato ieri ha avuto l'impressione che essere tagliato fuori dalla giornata elettorale gli costasse un po'.

A consolarlo, arriva ieri una chiamata che scavalca d'un balzo il cerchio di sicurezza che parenti e staff gli hanno costruito intorno per consentire al paziente il riposo di cui ha assolutamente bisogno. Ma stavolta dall'altra parte del filo c'è un potente della terra che per il Cavaliere è anche un caro amico: Vladimir Putin. Al presidente russo, Berlusconi è legato da tempo, sono stati ospiti spesso uno a casa dell'altro, e anzi la visita nella dacia di Putin è stata una delle ultime vere vacanze che l'ex premier si è concesso. E ieri, appena appreso che le condizioni dell'amico lo consentivano, il leader del Cremlino chiama il San Raffaele. Una conversazione necessariamente breve, perché Berlusconi continua a esprimersi con fatica. A parlare è soprattutto il russo. Ma per il paziente è un bel momento, che arriva a allietarlo in una giornata comunque pesante e dolorosa. I postumi dell'operazione continuano a farsi sentire, e la buona riuscita dell'intervento non impedisce che la botta sia stata forte. E dall'interno del San Raffaele arriva la conferma che il premier dovrà soggiornare ancora a lungo nei reparti dell'ospedale.

Tra le poche visite che Berlusconi ha ricevuto ieri, quella del figlio minore Luigi, e quella - quasi quotidiana - del fratello Paolo. È stato quest'ultimo, lasciando la suite del padiglione D che ospita il paziente, a fare il punto con i reporter delle condizioni del Cavaliere: spiegando che dopo l'operazione Berlusconi ha avuto «un risveglio molto lucido. Ha dolore, ma è inevitabile, lui lo sa e sopporta da vecchia roccia quale è. La cosa tranquillizzante è che il dottor Zangrillo assicura che sta andando tutto per il meglio, i valori sono regolari, le funzioni stanno riprendendo, quindi meglio di così non potrebbe andare. Il dolore se lo deve tenere e se lo tiene perché è umano anche lui, e come tutti i pazienti dopo un'operazione come questa, deve sopportare un periodo abbastanza lungo di sofferenza».

Conversando con i giornalisti, Paolo Berlusconi ha espresso la speranza che il lungo periodo di riabilitazione che attende il fratello possa essere affrontato a domicilio, nella villa di Arcore. In realtà, da quanto si è appreso in serata, non è una prospettiva a portata di mano. È vero che il decorso postoperatorio è okay, tanto che già alla fine di questa settimana potrebbe venire considerato concluso il cosiddetto periodo di degenza, dedicato alle terapie per evitare complicanze e a monitorare lo stato di salute complessivo. Con il prossimo lunedì, dunque, Berlusconi potrebbe iniziare la fase della riabilitazione.

Ma per adesso, e per alcune settimane, il suo medico curante Alberto Zangrillo (che al San Raffaele è primario di rianimazione) ritiene necessario che la riabilitazione avvenga nei reparti specializzati dell'ospedale di Milano 2. Sia la parte motoria che la parte respiratoria della fase di recupero hanno necessità di attrezzature e professionalità disponibili solo in ospedale. Dalla fine di luglio, si può pensare di continuare a casa.

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