
C'è un solo padrone, ed è la Procura: anche se i pm milanesi, nella loro memoria scritta per tenere agli arresti Manfredi Catella, si sono soffermati circa il "modo padronale, al limite dell'inverosimile" attribuibile a quest'ultimo. Ma c'è un solo padrone, anzi padrona, e, su questo, occorre discolpare il sindaco Giuseppe Sala che tempo addietro avevamo additato per aver detto, a mezzo stampa, che ogni accordo dovrà "essere siglato dalla Procura", in futuro.
Ma perché, in passato? A Milano i tavoli coi magistrati si fanno già da un pezzo: magari mancava il tavolo, c'era una scrivania, non era una cosa ufficiale bensì ufficiosa, niente di istituzionale, e però, nel ramo, non c'è avvocato o consulente che non lo confermerebbe. Erano incontri organizzati banalmente per email, con l'aggiunto o talvolta col pm: mai con gli indagati, perché al tavolo, con loro, i pm non siedono: coi consulenti e gli avvocati invece sì.
L'hanno fatto, per esempio, quando hanno cercato di far dissequestrare i cantieri (ciascuno per il proprio singolo caso) e qualcosa i giornalisti hanno anche saputo, ma scritto mai. I giornalisti scrivono perlopiù quando c'è da fottere gli avvocati e gli indagati, come quando hanno pubblicato il seguente messaggio (chat) dell'assessore Giancarlo Tancredi a Sala: "Martedì vado a parlare, insieme a Mandarano e Ciacci, con il Procuratore capo Viola sulle inchieste edilizie". Mandarano è l'avvocato del Comune, Ciacci l'ex comandante dei Vigili. Per fortuna aveva un bel tavolo, il Procuratore capo: grande e lucido. Il messaggio della chat peraltro è stata depositato dagli stessi pm a margine del Riesame per gli arrestati: certo, anche qui non si tratta di contatti formali o mediazioni ufficiali, sono "solo" degli incontri per verificare il clima e il contenuto di un'inchiesta, ma, anche questo, è quanto basta per far stagliare la funzione di una magistratura che sta cercando di ergersi a gendarme dei modelli di sviluppo, a Milano come altrove. Nella citata chat, il 16 gennaio 2024, l'assessore Tancredi aggiornava Sala: "Incontro con Viola e Siciliano positivo e cordiale. Loro disponibilità a continuare questo dialogo. Ho proposto nuovo incontro tra un mese . Siciliano sembra comunque perplessa sull'interpretazione di alcune norme". Siciliano è Tiziana, il procuratore aggiunto ultimamente specializzata in conferenze stampa improvvisate in strada o in cortile: nessun tavolo, niente di ufficiale neanche qui, ma, a Milano, ormai fanno come capita. La Siciliano, si leggeva in chat, "sembra perplessa sull'interpretazione di alcune norme".
Giusto, perché poi la girandola della giurisprudenza milanese crea problemi di interpretazione delle norme: capita che sugli interventi edilizi in aree già urbanizzate (il cuore del problema) la Procura, la Cassazione e il Tar vadano ciascuno per contro proprio; la Procura ha detto che per costruire grattacieli (o anche meno) non basta una cosiddetta "Scia" per semplice ristrutturazione edilizia, ma serve una pianificazione attuativa; il Tar invece ha detto che non serve; mentre la Cassazione, beh, la Cassazione dipende dalla sezione che capita: oltre i 25 metri, di recente, ha sostenuto che serve eccome, anzi, è assolutamente d'obbligo: questo almeno ha sancito la Terza sezione presieduta dal presidente Sergio Ramacci, il cui nome, se digitato su internet, figura come curatore di "Lexambiente" che è una rivista di diritto penale dell'ambiente; perlomeno il signore se ne intende. Intanto, a Milano, nell'attesa che le lambiccate nebbie giurisprudenziali si rarefacciano, tra un tavolo e l'altro, una città si ferma e qualcuno è in galera. Domiciliare, certo.