È il 10 aprile: il premier Conte annuncia durante l'ennesima conferenza stampa che per la Fase2 si avvarrà di un Comitato di esperti in materia economica e sociale. La Task force avrà il compito di elaborare e proporre misure necessarie a fronteggiare l'emergenza e per una ripresa graduale nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive. A capo degli iniziali 17 membri, l'ex capo della Vodafone, Vittorio Colao. Passa una settimana e gli espertoni diventano 22: le donne hanno protestato e il premier è corso a integrare la composizione del gruppo con altre 5 donne. Il 21 aprile la task force partorisce il primo rapporto: quattro paginette in cui si dice che la riapertura dev'essere graduale. Si chiede di prorogare la ripartenza per i 60enni. Il premier non lo prende in considerazione. Si parla di gelo tra Conte e Colao, ammesso dallo stesso premier qualche giorno fa in conferenzta stampa: «Il documento Colao sarà tra gli spunti di riflessione, ma non imposteremo il piano di rilancio su quello». In pratica una messa in liquidazione del manager che rischiava di fare ombra a Giuseppi. Colao, che non solo non ha mai convinto una fetta consistente del M5s, ma in certi frangenti è diventato troppo ingombrante per lo stesso premier. E qualcuno parlava di Colao come possibile successore di Conte.
Un renziano come Roberto Giachetti ha ammesso pacifico: «Se mi piacerebbe Colao al posto di Conte? Certo che sì». E pare che gli stessi componenti della squadra abbiano sbottato per le gelosie e la poca considerazione di Giuseppi: «Se non ci fate lavorare, togliamo il disturbo». È giunta l'ora.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.