Siamo di fronte a un governo del popolo o siamo di fronte a dei bari del lessico? Non c'è solo l'Europa a cui Giuseppe Conte scrive lettere in latino e non c'è solo la Francia che Alessandro Di Battista sfida con i suoi prossimi libri anticoloniali. Tra le tante contese che questo governo ha ingaggiato con i poteri forti, la più invincibile è quella con la lingua. Lasciate perdere i congiuntivi che si sbagliano a destra come a sinistra, anche se a dire il vero si sbagliano più dalle parti di Luigi Di Maio. Nel paese dove, come cantava Dante, «il sì suona», a stonare è il provvedimento di governo che imbroglia le consonanti in tavola e si prefigge un proposito per realizzarne il contrario.
Da pochi giorni, il Consiglio dei ministri ha varato il decreto Sicurezza bis che come dice già il titolo è «bis» e quindi un modo per mettere la pezza al decreto «unus». Lo stesso Di Maio ha ammesso: «Lo so io perché facciamo il bis; la verità è che ci siamo dimenticati qualcosa nel primo». E prendete Conte che con la lingua ha un rapporto specialissimo e controverso. Anche quando vuole dire qualcosa di morbido gli esce l'opposto: «Siamo ferocemente convinti e ferocemente determinati». Ecco, è stato lui, in una conferenza dove ha dichiarato che è «pronto ad andarsene» ma solo per chiedere «Che fate? Non mi trattenete?», che da adesso deve iniziare la fase 2 e quindi fare dimenticare la fase 1.
Ma questo governo ha davvero margini di «crescita». Ne ha così tanti da formulare un decreto, («crescita») che ha ottenuto l'obiettivo di fare scendere il nostro Pil. Anche questa, però, è una fase transitoria, hanno rassicurato i vicepremier sicuri che l'economia ripartirà. Al momento non ci sono novità al riguardo, ma l'esecutivo ha tuttavia centrato un altro risultato eccezionale: è riuscito a bloccare i cantieri e nello stesso tempo costruire un edificio, di carta, che si chiama «decreto Sbloccacantieri». A sentire l'Ance, «non interviene sulle criticità alla radice». In pratica, è un «pacco». Ma in alcuni casi è meglio pensare alla dignità. La parola è nobile, ma il disegno di legge («Dignità») anziché favorire le assunzioni ha eliminato gli unici incentivi previsti per gli imprenditori, oggi sempre più certi che è meglio restare piccoli piuttosto che provare a diventare grandi. E bisogna riconoscere che pure la giustizia è stata ripulita. Naturalmente non si parla dei guasti che hanno provocato le correnti del Csm con i loro scandali. L'opera di riforma si è focalizzata sul dizionario e ha partorito la legge «Spazzacorrotti» che, a parere dei giuristi, ha finora spazzato le antiche garanzie del diritto e assicurato in carcere non i più pericolosi latitanti del Paese ma solo Roberto Formigoni, un uomo che di anni ne ha oggi settantadue.
E non ce ne voglia la concretissima ministra Giulia Bongiorno, ma il suo decreto «Concretezza» è inconcludente e con le sue disposizioni (impronte digitali per combattere gli assenteisti) ha finora fatto infuriare i prèsidi che sono i più miti e produttivi funzionari di tutta l'amministrazione pubblica. Avanti, dunque, giocate anche voi. Questa estate, sotto l'ombrellone, mai più parole crociate ma solo le parole «bucate» del nostro governo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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