Quell'odio che armò la mano di Cospito contro il "nemico"

A frantumare il ginocchio del manager di Ansaldo Nucleare, assieme al complice Nicola Gai del Nucleo Olga della Federazione anarchica informale è stato il leader della Fai Alfredo Cospito

Quell'odio che armò la mano di Cospito contro il "nemico"
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Bastano poche fake news per fermare un colosso come Leonardo da una iniziativa scientifica. L'export di armi verso i Paesi in guerra è vietata, lo dice l'articolo 11 della Costituzione, ma smontare le balle è più difficile che raccontarle. Per questo è un segnale pericoloso quello che arriva da Genova. Non solo per le ricadute sul Festival della Scienza prevista nel capoluogo ligure dal 23 ottobre al 2 novembre e da ieri orfano del patrocinio della Fondazione dopo l'appello a boicottare l'evento, quanto perché la colossale bugia sulle armi vendute a Tel Aviv - scritta dalle solite penne intinte nel veleno proPal che ha contagiato anche parte della comunità scientifica - riportano un'azienda chiave nel mirino di terroristi e antagonisti, pronti a sfruttare l'alibi di Gaza per nuove azioni violente. Genova è già stata teatro dell'attentato al manager di Ansaldo-Finmeccanica Roberto Adinolfi, gambizzato da due uomini su una moto il 7 maggio 2012 alle 8.20 del mattino, mentre era con il figlio.

A frantumare il ginocchio del manager di Ansaldo Nucleare, assieme al complice Nicola Gai del Nucleo Olga della Federazione anarchica informale è stato il leader della Fai Alfredo Cospito, che ha rivendicato l'agguato al processo a suo dire "contro i rischi della società tecnologica e del disastro nucleare". Oggi al 41bis, pena confermata l'altro giorno dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, Cospito e i suoi compagni anarco-insurrezionalisti non perdono occasione per inneggiare alla "gioia armata". Lo dimostra la volontà degli anarchici che ieri hanno messo Torino a ferro e fuoco di tentare il blitz nella sede torinese di Leonardo, scongiurato grazie all'intervento della polizia che difendeva il presidio aziendale, il rischio escalation tra Livorno e Pisa che lo sciopero di portuali e ferrovieri contro la nave militare Usa Slnc Severn, carica di caterpillar militari destinati a Camp Darby rischia di accendere, senza contare i troppi giovani imbevuti di odio contro Israele come gli studenti liceali che a Milano, accusati di resistenza aggravata e danneggiamento per gli scontri alla stazione Centrale, al termine del corteo per Gaza.

È ai giovani che l'iniziativa della Fondazione è destinata, proprio per seppellire le troppe bugie sull'Italia e la guerra contro Hamas che i nostri ragazzi si bevono come acqua fresca.

Con il paradosso dell'ipocrisia che trasuda la voglia di puntare il dito contro le aziende della Difesa: quando si lancia l'allarme sui droni che arrivano dalla Russia, quando ci si straccia le vesti per chiedere che l'Italia difenda a tutti i costi l'equipaggio della Flottilla diretta a Gaza che vuole violare lo spazio di un Paese in guerra, in palese violazione dell'articolo 244 del Codice penale che punisce chi "compie atti ostili contro uno Stato estero ed espone lo Stato italiano e i suoi cittadini al pericolo di rappresaglie o di ritorsioni" con gli stessi mezzi militari di cui si predica il boicottaggio.

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