Con questi politici l'Italia non conta più nulla

Con questi politici l'Italia non conta più nulla

Non contiamo più niente in Europa e neppure nel mondo. Ci guardano come dei malati, anche se isterici. Ogni tanto, uno si alza e urla che andrà a Bruxelles a battere i pugni. Poi, torna con le ossa rotte.

Rivive l'antica gag di Ettore Petrolini nei panni di Nerone che dal balcone arringava la folla delirante: «Bene! Bravo!». E lui, compiaciuto, rispondeva «Grazie!». L'effetto comico stava nell'accelerazione frenetica delle battute: Bene! Bravo! Grazie! Bene! Poi Nerone con il suo «grazie!» anticipava in contropiede il «bene, bravo!» della folla. Irresistibile. Nerone era estasiato: «Il popolo mi ama!». Mussolini adorava questa gag. La fine è nota. Che cosa o chi ci sia da applaudire oggi, nessun lo sa. Mai la politica è stata recitata in un anfiteatro tanto grottesco. Ma a molti italiani piace. Piace la maschera di «Quello che non le manda a dire» (al Nord) e di «Facìte a faccia feroce» (al Sud). In mezzo, nel Mar del Ridicolo, navigano i piccoli navigli della battaglia navale italiana, giocata come alla morra da scafisti da osteria. Mai il nostro Paese è stato più umiliato, screditato e guardato con compassione.

Tornano per consolazione alla memoria le immagini viste in tv dell'uomo che, durante l'alluvione di Firenze del 1966, navigava fra i gorghi aggrappato a un frigorifero. E una signora alla finestra gli raccomandava: «La batta i piedi! La batta i piedi!». Ad avercelo, oggi, un frigorifero galleggiante cui aggrapparsi. Battendo, con diligenza, i piedi.

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