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Rama: "Voi, Paese fratello". E blinda il patto migranti

Il premier albanese graffia la Francia: "Non li vogliono, fanno la morale, ma sugli sbarchi non hanno combinato nulla"

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«Ho avuto la fortuna di incontrare Papa Francesco, che secondo me è il più grande leader, indiscutibile, della sinistra» e scoppia subito un fragoroso applauso per la frase a sorpresa di Edi Rama, primo ministro albanese. La platea di Atreju, la kermesse di Fratelli d'Italia nella capitale, con Giorgia Meloni in prima fila, si appassiona più volte per le parole del leader socialista. E applausi del genere li ottiene anche l'ex ministro dell'Interno, Marco Minniti, da sempre nel Pd, nel dibattito sull'immigrazione di ieri pomeriggio. Il mondo alla rovescia nella sala strapiena anche di giovani? No, Rama e Minniti dicono cose giuste e condivisibili, senza peli sulla lingua. Il premier albanese che parla bene in italiano di rosso ha solo la cravatta. Dopo la prima frase ad effetto su Papa Francesco mette le mani avanti dicendo che non vuole scatenare polemiche italiane e aggiunge «intendevo (leader) della sinistra europea e mondiale». E ottiene un'altra valanga di applausi. Sul palco lo incalzano il direttore della Stampa, Andrea Malaguti e Maurizio Belpietro che guida la Verità e Panorama. «Il diritto di essere europei per fortuna non lo decide Bruxelles, ma la geografia» risponde Rama sull'ancora mancato ingresso nella Ue. E si leva qualche sassolino dalla scarpa per la valanga di attacchi sull'accordo sui migranti con l'Italia. «La Francia non li vuole, l'Albania li accetta e sono gli albanesi il problema?» si chiede il premier del Paese delle aquile. Poi ribatte a chi si lamenta: «Fanno la morale e non hanno combinato niente, che dicano come fare meglio oppure stiano zitti».

Rama ribadisce che «è un accordo in buona fede, di solidarietà con un Paese che consideriamo fratello» fin dai tempi «dell'isolamento comunista». Sullo stop ordinato dalla Corte costituzionale albanese, che ha accolto il ricorso all'opposizione, Rama parla di «normalità» e «dimostrazione che in Albania non esiste la dittatura». Il premier spiega che «marzo è il limite di tempo» per la decisione della Corte, «ma sono fiducioso che arriverà molto prima».

Per Rama è «pretenzioso» dire che l'accordo tra Italia e Albania sui migranti sia «una soluzione», ma si tratta di «uno sforzo per trovare soluzioni dove è chiaro che la Ue non riesce a capirsi su come risolvere il problema». Rama osserva che «bisogna combattere insieme l'immigrazione illegale delle organizzazioni criminali e far gestire dall'Europa, dai governi quella legale o lo faranno i trafficanti». Lo ribadisce nel pomeriggio dallo stesso palco il ministro all'Interno, Matteo Piantedosi. Nonostante i numeri siano impietosi (153mila sbarchi) fa notare, a ragione, che senza i tunisini, che hanno intercettato 64mila e l'appoggio alla Libia sarebbe ancora peggio. «Ci saremmo aspettati di più ma se ci fosse stato qualcun altro ne sarebbero arrivati il triplo» attacca il ministro riferendosi alla sinistra.

Meloni, Rama e il primo ministro inglese, Rishi Sunak, si incontrano per un pranzo di lavoro a Palazzo Chigi per parlare di contrasto all'immigrazione illegale, lotta ai trafficanti e stabilità dei Balcani occidentali.

Il premier di Tirana ad Atreju ha rivelato che «altre nazioni europee» chiedevano di ospitare i migranti «ma abbiamo detto di no perché sono paesi cugini e non fratelli come l'Italia». Sul palco ha pure ammesso che i socialisti europei gli hanno chiesto di non partecipare alla kermesse, ma Rama è convinto che bisogna parlare «con altre famiglie politiche». E rivolto a Meloni, «andata contro tutti i pronostici dell'apocalisse fascista», si complimenta perché «stai facendo qualcosa di molto importante passando da un sovranismo nazionale a un sovranismo europeo».

A sorpresa conclude l'incontro con una frase tratta dal Signore degli anelli, che manda in brodo di giuggiole la platea: «Tutto quello che possiamo fare è decidere con il tempo che ci è stato concesso».

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