
Sean "Diddy" Combs è stato assolto da una giuria di New York dalle accuse più gravi, quelle per traffico sessuale e associazione a delinquere. Nonostante al termine del processo federale durato otto settimane il mogul dell'hip hop sia stato condannato per trasporto a scopo di prostituzione, si tratta di una grande vittoria per il famoso produttore, accusato di aver costretto due ex fidanzate, Casandra Ventura e una donna che ha testimoniato con lo pseudonimo di "Jane", a rapporti sessuali indesiderati con prostituti maschi, con l'aiuto di una squadra di dipendenti compiacenti.
Combs, che avrebbe rischiato l'ergastolo se fosse stato condannato per gli altri capi di imputazione, si è mostrato euforico in tribunale, inginocchiandosi con la testa tra le mani, come se pregasse, prima di scoppiare in un applauso assieme alla sua famiglia seduta nei banchi del pubblico: "Vi amo, torno a casa". Potrebbe essere comunque condannato fino a un massimo di 20 anni di carcere, ma la sentenza definitiva spetterà al giudice, che ieri ha comunque negato la libertà su cauzione al rapper, che resterà in carcere fino alla sentenza definitiva.
Il rapper è stato arrestato lo scorso settembre al Park Hyatt di Manhattan da agenti della Homeland Security sulla base di una serie di capi di accusa per gli ormai tristemente famosi festini a luci rosse, in cui donne a lui legate e prostituti hanno partecipato per anni a "elaborate performance sessuali", spesso filmate. La prima a uscire allo scoperto contro il rapper con una denuncia alla magistratura "patteggiata" nell'arco di 24 ore era stata la cantante R&B Cassie (Ventura), che lui aveva messo sotto contratto con l'etichetta Bad Boy e che per anni è stata la sua compagna.
L'accusa ha descritto Combs come il capo di un'organizzazione criminale e un pubblico ministero ha affermato che il 55enne ha usato violenza, controllo finanziario e minacce per manipolare le sue fidanzate in sessioni sessuali fisicamente impegnative con uomini pagati, mentre lui si masturbava e filmava il tutto. I suoi difensori invece hanno contestato la descrizione proposta dal governo, sostenendo che le donne erano partecipanti consenzienti negli incontri sessuali nel quadro di relazioni romantiche durature con l'impresario: "È tutt'altro che uno stinco di santo, ma non è accusato di essere cattivo, è accusato di associazione a delinquere", ha ripetuto fin dall'inizio l'avvocatessa Teny Geragos, anche se il suo team legale ha riconosciuto che era coinvolto in violenza domestica e consumo di droga.
Negli anni '90, lavorando con star come Notorious B.I.G. e Mary J. Blige, è stato il motore per la commercializzazione dell'hip-hop: ha una fortuna stimata in un miliardo di dollari, ma dalle incriminazioni è uscito come un uomo violento, perverso e moralmente corrotto.
Jay Clayton, procuratore degli Stati Uniti ad interim per il distretto meridionale di New York, che ha seguito il caso, ha sottolineato che "i crimini sessuali sono fin troppo presenti in molti aspetti della nostra società. Le vittime subiscono strazianti abusi fisici e mentali, che portano a traumi duraturi. I newyorkesi e tutti gli americani vogliono che questa piaga venga fermata e che i colpevoli siano assicurati alla giustizia".