Il rapporto conferma: motori spenti in cabina. Atto volontario o assurdo errore, resta il giallo

Il documento preliminare esclude l'incidente. Dalla scatola nera, il dialogo choc tra i due piloti: "Perché li hai spenti?"

Il rapporto conferma: motori spenti in cabina. Atto volontario o assurdo errore, resta il giallo
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Per le conferme definitive ci vorrà ancor tempo ma il rapporto preliminare sull'incidente del volo Air India 171 sembra lasciare pochi dubbi: i motori dell'aereo sono stati spenti, non si sono fermati per un guasto o un incidente. Entrambi gli interruttori che controllano l'afflusso del carburante ai motori, sono stati spostati dalla posizione "run", quella normalmente in uso durante il volo, a quella "cut-off", che blocca l'erogazione del carburante, pochi istanti dopo il decollo. Per questo, il Boeing 787 Dreamliner ha perso spinta prima di schiantarsi sopra un dormitorio universitario di Ahmedabad. Sarebbe quindi confermata l'ipotesi peggiore: dietro la sciagura costata la vita a 260 persone non c'è una fatalità ma la mano di qualcuno. Forse per un atto volontario o per un incomprensibile errore umano.

Il rapporto dell'Aircraft Accident Investigation Bureau indiano, per il momento, non ha fornito conclusioni definitive ma una conversazione, registrata all'interno della cabina di pilotaggio grazie al "Flight data recorder", una delle due scatole nere, spiegherebbe molto. Uno dei piloti, ancora non è chiaro chi, ha chiesto all'altro: "Perché li hai fermati?". Ricevendo come risposta un "non l'ho fatto". Il giallo, quindi rimane. Chi ha staccato i motori e perché è ancora tutto da capire ma quel che è certo è che a spegnere i propulsori è stato "qualcuno all'interno della cabina". Subito dopo, il grido di emergenza, "Mayday, Mayday, Mayday". Il documento preliminare esclude incidenti o malfunzionamenti nel velivolo. E secondo gli esperti, è comunque altamente improbabile attribuire colpe diverse a quelle di un intervento umano: quel tipo di manovra infatti è di competenza esclusiva dei piloti e viene di solito utilizzata in situazioni di emergenza, come nel caso di incendi in uno dei motori. Inoltre, è impossibile che entrambe le levette siano state azionate per un tocco fortuito.

Il rapporto preliminare conferma anche il tentativo di recuperare la situazione poco prima dello schianto. La scatola nera dell'aereo ha registrato infatti un altro spostamento delle leve per riattivare il flusso di cherosene, prima al motore uno e poi al motore due, ma evidentemente fuori tempo massimo. Le indagini, supportate dagli esperti delle agenzie americane e britanniche, proseguono per determinare l'aspetto a questo punto decisivo, ovvero se si sia trattato di un grossolano ma accidentale errore, oppure di una manovra intenzionale. Agli atti, anche un bollettino del 2018 che segnalava possibili problemi con il meccanismo di blocco degli interruttori di carburante, tanto da avviare ispezioni aggiuntive sulla flotta Boeing 787 di Air India.

Il Boeing 787-8 Dreamliner diretto a Londra, era stato consegnato ad Air India nel gennaio 2014. Il 12 giugno scorso, lo schianto su un ostello di un college medico ha causato la morte di 241 dei 242 passeggeri e membri dell'equipaggio a bordo e di 19 persone a terra. Un solo passeggero, seduto accanto a un'uscita di emergenza, è miracolosamente sopravvissuto. Ad aumentare i dubbi sull'accaduto il fatto che entrambi i piloti non fossero dei novellini. Il comandante Sumeet Sabharwal, aveva accumulato 15mila ore di volo mentre il primo ufficiale, Clive Kunder, oltre 3.400.

Uno dei due, o forse un terzo ufficiale "ospitato" in cabina, secondo gli elementi diffusi finora, è quindi l'autore materiale del disastro. Che sia stato volontario o per un inconcepibile e assurda leggereza, forse non lo sapremo mai.

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