Ultim'ora
Gallipoli, bambino di sette anni cade in piscina: è grave
Ultim'ora
Gallipoli, bambino di sette anni cade in piscina: è grave

Quel rapporto logoro da tempo con la Schlein. L'inchiesta segna il divorzio sulle grandi opere

La segreteria dem ha giudicato dannosi molti interventi di rigenerazione urbana. Distanza politica ormai insanabile

Quel rapporto logoro da tempo con la Schlein. L'inchiesta segna il divorzio sulle grandi opere
00:00 00:00

Tra Beppe Sala e il Pd di Elly Schlein il rapporto era al capolinea da tempo. L'inchiesta milanese sulla trasformazione urbana della città accelera un divorzio nell'aria. Già scritto.

Da mesi il sindaco aveva manifestato, prima dello scoppio della bomba giudiziaria, l'intenzione di mollare. In alternativa, la mossa era quella di mettere il Pd davanti a un bivio: o si va avanti con i mega progetti dell'amministrazione, tra cui il nuovo stadio per Milan e Inter, o si chiude l'esperienza.

Pur di mettere il Pd spalle al muro, Sala era pronto a chiedere, prima della pausa estiva, un voto in Consiglio comunale sul nuovo stadio. In caso di bocciatura da parte del gruppo democratico (che si era schierato contro la nuova struttura), appiattito sulla nuova linea Schlein, Sala avrebbe rassegnato le dimissioni, aprendo la strada alle elezioni anticipate. Un braccio di ferro che aveva spinto - secondo le voci raccolte dal Giornale - alcuni assessori comunali ad annullare le ferie e attendere l'esito della trattativa politica sullo stadio. E dunque, le strade del Pd e di Sala apparivano già separate da tempo. Il nuovo corso Schlein puntava tutto su Pierfrancesco Majorino. Sala si sentiva rottamato. L'inchiesta porta con sé il merito di rendere la rottura evidente. Il divorzio resta uno scenario aperto. Inizia il fine settimana decisivo per Sala, indagato nelle inchieste della procura su presunti abusi edilizi. Dopo tre giorni di incontri serrati con i partiti della sua maggioranza e con l'assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, per cui i magistrati hanno chiesto gli arresti domiciliari, il sindaco si è preso un giorno per stare a casa con l'obiettivo di riflettere più serenamente sul da farsi. Domani sarà lui stesso a spiegare davanti al Consiglio comunale quale sarà il futuro della giunta da lui guidata, se proseguirà fino al 2027, anno di scadenza naturale del mandato, o se si andrà ad elezioni anticipate. E soprattutto quale sarà il programma che lo accompagnerà nei prossimi due anni. Sala non ha alcun voglia di fare passi indietro su alcuni progetti urbanistici. E soprattutto non avrebbe alcuna intenzione di raccogliere l'invito della segretaria Elly Schlein a imprimere un cambio di rotta alla giunta. Anzi. Beppe Sala sarebbe pronto ad andare in Consiglio e chiedere la fiducia su un programma che non rinneghi nulla. Che confermi il progetto del nuovo stadio e di altri interventi di rigenerazione urbana giudicati dai dem dannosi. Creare l'incidente per la rottura. Silvia Roggiani, segretaria lombarda del Pd nell'intervista al Corriere della Sera, conferma la linea Schlein: "Abbiamo incontrato il sindaco e abbiamo chiesto cambiamenti concreti. Lo rivedremo nel weekend.

Ora abbiamo davanti altri due anni e oggi per noi la sfida, da vincere coinvolgendo sempre di più tutta la città, è fare di Milano una città più inclusiva ed equa. In primis sul tema dei costi dell'abitare che, però, non possiamo affrontare da soli". Parole che confermano la distanza politica tra il sindaco e il Pd.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica