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Rave party, il magistrato smonta Lamorgese: "Sua responsabilità"

Ancora polemiche dopo il rave a Valentano. Salvini attacca Lamorgese, ma il Pd fa quadrato

Rave party, il magistrato smonta Lamorgese: "Perché la responsabilità è sua"

Una fonte qualificata, presente sul campo a Viterbo nei giorni del rave party delle polemiche, aveva sottolineato proprio questo dettaglio: il problema non è impedire o meno con la forza una festicciola di un gruppo di sbandati. Il punto non era tanto scegliere se trattare con gli organizzatori o sgombrare il campo con la forza. La questione è che a Valentano, in un'area privata vicino al Lago di Mezzano, si stava commettendo una sfilza infinita di reati "nella totale impunità” e le forze dell’ordine sono rimaste sostanzialmente “a guardare”. Il Viterbese è diventato uno Stato nello Stato in cui vigevano altre regole, dove si poteva spacciare droga, assembrarsi senza limitazioni, ballare appiccicati (le discoteche sarebbero chiuse) e via discorrendo.

Il ministro Lamorgese per questo è finito nel mirino. Salvini invita a “pensare a un cambio” al Viminale, il Pd e la sinistra in generale fanno quadrato. Sulla brutta figura del rave party, però, anche dal fuoco amico erano arrivate non poche critiche (vedi l’assessore d’Amato nel Lazio o alcuni deputati dem): l’imbarazzo di non essere riusciti a impedirlo, un morto accertato nei cinque giorni di follia e il timore per i contagi da coronavirus hanno fatto storcere il naso anche ai sostenitori del ministro. Ma ora l’affondo finale lo scaglia Domenico Cacopardo, ex magistrato, già Consigliere di Stato e ora scrittore. In un articolato pezzo pubblicato su Italia Oggi, Cacopardo si occupa di “smentire” una notizia circolata nei giorni scorsi. Ovvero l’idea secondo cui la Cassazione avrebbe di fatto decretato “non punibile” l’organizzazione di questi eventi. In sostanza la Costituzione garantisce libertà di riunione, quindi mettere su un raduno ludico pacifico all'aperto non è sanzionabile.

Un "alibi falso”, dice Cacopardo, perché “l’operazione Rave” ha comportato “la consumazione di una serie di reati” rilevabili in flagranza dalle forze dell’ordine. Eccone alcuni esempi: occupazione abusiva di terreni altrui (la pena per gli organizzatori è aumentata); detenzione e spaccio di droga; danneggiamento; tortura di animali in allevamento. A questi si potrebbero aggiungere le violenze sessuali, i rumori molesti, maltrattamento di animali e ovviamente la violazione delle normative Covid. Secondo Cacopardo si tratta di reati “rilevabili in fraganza” solo se “le forze dell'ordine, compiendo il loro dovere, fossero tempestivamente intervenute a partire da quando” sono emerse “le prime notizie” sull'afflusso di camper, auto e camion nel Viterbese. Peccato che invece le divise “si siano limitate a circondare alla larga il sito” e a “identificare alcuni dei responsabili” (la questura parla di 3mila persone e mille automezzi controllati), nonostante fossero "a conoscenza di quanto stava accadendo” nell’area. “I fatti di Valentano - scrive l’ex magistrato - cadono sotto le responsabilità ministeriali della titolare del dicastero. Il profilo più grave e inaccettabile è l’ipotizzata omissione di atti d’ufficio in presenza di numerosi profili di reato, la cui flagranza sarebbe emersa immediatamente con un adeguato intervento delle autorità di polizia”.

Invece si è scelto di “mediare”. Trattare. Impedire che nuovi adepti entrassero e attendere il deflusso di chi era già all’interno. Una decisione apprezzata da alcuni operatori di polizia (“se entri con la forza rischi di provocare scontri”) e criticata da altri (“abbiamo gli strumenti per agire senza creare disordini”). Alla fine comunque l’area è stata liberata e ovviamente sono scattate le indagini. L’obiettivo è quello di ricostruire, tramite immagini e una intensa attività investigativa, i responsabili di alcuni reati. A due olandesi è stato sequestrato un furgone con materiale acustico, alcuni sono stati denunciati per droga, altri arrestati per resistenza a pubblico ufficiale. Resta, però, la strana immagine di un Paese con le sue forze schierate in attesa che finisca il festival del reato senza poter intervenire. Sarà un caso, ma in questi giorni nelle chat dei poliziotti circola un video eloquente: si vede un agente delle forze di polizia francesi fracassare a colpi di mazza le attrezzature di un rave non autorizzato.

Come a dire: anche noi avremmo dovuto fare così ed arrestare chi ha commesso reati in quei cinque giorni di totale anarchia.

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