Razzi contro l'ambasciata italiana

Due razzi probabilmente puntati contro l'ambasciata italiana a Kabul, un attacco che giunge alla vigilia dell'incontro previsto oggi nella capitale Afgana fra rappresentanti di Afghanistan, Pakistan, Stati Uniti e Cina, che mira a gettare le basi per possibili colloqui di pace con i talebani.Gli ordigni, lanciati - secondo quanto si apprende da fonti locali - proprio da talebani per fortuna non hanno centrato l'edificio nella zona di Shashdarak, dove si trovano diversi altri uffici diplomatici ed edifici residenziali, ma sono caduti davanti al compound della Cooperazione italiana, in una zona «cuscinetto» a circa 200 metri dalla nostra ambasciata. Erano le 21.40 ora locale. Ci sono due feriti leggeri: due guardie afghane che sono state ricoverate in ospedale, ma le loro condizioni non destano preoccupazione.A rassicurare tutti è stato poco dopo l'attentato lo stesso ambasciatore italiano, Luciano Pezzotti. «Siamo tutti salvi» e «stiamo tutti bene», ha detto. «Ci sono dei danni che per ragioni di sicurezza potremo valutare solo domattina», ha aggiunto ancora Pezzotti, spiegando che «lo scoppio ha provocato il ferimento in modo non grave di due guardie afghane che sono state ricoverate in ospedale».L'ambasciatore, poi, ha provato a sminuire la portata dell'attacco. «Allo stato delle cose non abbiamo motivi per ritenere che si tratti di un attacco diretto contro di noi». ha voluto puntualizzare all'Ansa «Non escludo che chi lo rivendicherà - ammette tuttavia- potrà dire che era contro l'Italia».L'esplosione, avvenuta alle 18 circa ora italiana, è stata violenta e avrebbe potuto aver conseguenze ben più gravi.

L'impatto dei razzi ha innescato un violento incendio in Shash Darak Road anche se- stando al capo della polizia criminale della capitale, Faridoon Obidi- solo uno dei due sarebbe esploso. «L'altro è stato neutralizzato in tempo», ha detto. Al momento non c'è stata nessuna rivendicazione, anche se gli esperti sono convinti che l'azione sia opera proprio della guerriglia talebana.