Il rebus del vertice Putin-Zelensky. Idea Ginevra, lo Zar "offre" Mosca

Si lavora al bilaterale entro fine mese. Gli Usa: preparativi in corso. La Svizzera: immunità al leader russo. Schiaffo sulla sede. I media: "La Casa Bianca punta su Budapest"

Il rebus del vertice Putin-Zelensky. Idea Ginevra, lo Zar "offre" Mosca
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Un precedente esiste, e ha il sapore del prologo di un romanzo il cui finale è tutto da scrivere. Era il 9 dicembre 2019 quando Putin e Zelensky si incontrarono a Parigi. Ad attenderli un piccolo tavolo rotondo con quattro sedie: ai lati Merkel e Macron come mediatori. Oggetto del summit il Donbass e il tentativo di risolvere le tensioni nella regione contesa. Lo zar di Mosca era più o meno come adesso, il presidente ucraino non aveva il viso scavato e neppure quella barba che evoca il filo spinato. Zelensky apparve spiazzato dalle critiche mosse da Putin e non riuscì a convincerlo a ritirare le truppe dalle repubbliche non riconosciute. L'incontro si concluse con la promessa di nuovi dialoghi, ma alla fine furono le armi a parlare.

Dopo quasi sei anni i due leader stanno per incontrarsi, grazie alle pressioni di Trump e dei leader europei. Anche se per Politico sarebbe stato Putin a insistere per un vertice con Zelensky senza Trump. Il faccia a faccia si terrà entro fine mese in una località ancora da definire, e sarà seguito da un trilaterale con il tycoon, forse a Budapest su pressing della Casa Bianca. Un incontro storico durante il quale, ha ammesso Zelensky, si affronterà la questione dei territori, tema che non è stato discusso nella lunga giornata di lunedì alla Casa Bianca. "Ipreparativi sono in corso", fa sapere la Casa Bianca.

Il mondo intanto si muove per ospitare l'evento storico: Orban ha proposto Budapest, Erdogan, forte dei tre summit di Istanbul tra le delegazioni di Mosca e Kiev, mette a disposizione Ankara. La Svizzera è disposta a offrire l'immunità al presidente russo, nonostante la sua incriminazione dinanzi alla Corte penale internazionale, a condizione che venga "per una conferenza di pace", ha assicurato ministro degli Esteri elvetico Cassis, indicando Ginevra come sede. Putin avrebbe suggerito Mosca, ma da Zelensky è arrivato il "no" secco. Il leader russo, che vede nella Cina un potenziale garante dell'accordo, ha sentito il principe ereditario saudita bin Salman, tant'è che anche Ryadh sembra entrare in gioco per il vertice.

In attesa di date e località a tenere banco sono le reazioni delle diplomazie. Non si può arrivare a un accordo di pace in Ucraina "senza il rispetto degli interessi di sicurezza della Russia e senza il pieno rispetto dei diritti dei russi e dei russofoni che vivono in Ucraina. Qui non si parla di territori, ma di persone", commenta il ministro degli Esteri di Mosca Lavrov in un'intervista alla tv Rossiya-24. Aggiungendo che qualsiasi vertice deve essere preparato "con la massima cura, passo dopo passo". Per Trump "è possibile che Putin non voglia un accordo, ma Zelensky deve mostrarsi più flessibile". Il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa sostiene che Bruxelles debba partecipare a qualsiasi negoziato di pace insieme all'Ucraina, alla Russia e agli Stati Uniti perché "è in gioco la sicurezza dell'intero continente". Una sicurezza che potrebbe diventare fragile a settembre, quando si terrà l'esercitazione congiunta di Minsk e Mosca sul territorio bielorusso con armi nucleari, e che sta suscitando preoccupazione a Kiev e nel Baltico.

Del vertice ha parlato in serata Zelensky: "Siamo fiduciosi che la pace possa diventare affidabile e duratura. Ma le sanzioni devono essere aumentate finché la Russia non adotterà misure concrete per fermare la guerra". Ma l'ex ambasciatore ucraino negli Usa Chaly avverte: "È una trappola. Non possiamo lasciare Zelensky da solo con Putin".

Il

disgelo tra Russia e Ucraina transita per ora in via esclusiva sullo scambio di prigionieri o di vittime di guerra. Mosca ieri ha consegnato i corpi di 1.000 soldati di Kiev e ha ricevuto in cambio 19 corpi dei propri caduti.

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