Cronache

Il regalo di Tabacci ad Arcuri "Consulenza da 4 milioni"

La convenzione con Invitalia firmata a marzo "per aiutare Palazzo Chigi a spendere meglio alcuni fondi"

Il regalo di Tabacci ad Arcuri "Consulenza da 4 milioni"

A volte ritornano, a volte non se ne sono mai andati. Non bastava l'ingaggio di Elsa Fornero come consulente del governo sulle pensioni. Prendete Domenico Arcuri, per esempio. L'ex commissario straordinario al Covid e numero uno Invitalia, rimasto ormai uno degli ultimi Mohicani di Conte, è quello a cui ha pensato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Bruno Tabacci quando si è trattato di fare una convenzione da 4.094.062,12 euro con Invitalia. La firma, secondo un documento in mano al Giornale, porta la data dell'11 marzo 2021, undici giorni dopo la nomina di Tabacci a sottosegretario di Palazzo Chigi con delega alla programmazione e al coordinamento della politica economica, ed è firmato dalla dottoressa Francesca Maria Macioce, dirigente di prima fascia del Dipartimento con validità dal 31 marzo. Ma qual è esattamente il compito di Arcuri e della «sua» Invitalia? «Rafforzare la capacità delle strutture di governo per il monitoraggio dell'avanzamento finanziario e procedurale degli investimenti pubblici, per la mappatura del portafoglio di progetti finanziati in ottica Programmi-Progetti, la ricognizione di aree e progetti in criticità realizzativa, da sottoporre ad azioni di supporto, e per l'attuazione della strategia di sviluppo sostenibile all'interno del Cipess», pessimo acronimo che sta appunto per Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile.

Quando in ballo ci sono poltrone e consulenze il cerchio magico della sinistra si stringe intorno agli amici e voilà. Arcuri passerà alla storia per la lentezza del piano vaccinale, i banchi a rotelle comprati per scongiurare la Dad e rimasti «chiusi» dentro le scuole deserte causa lockdown, lo strascico giudiziario legato all'acquisto, durante la pandemia, di mascherine e i dispositivi di sicurezza, strapagati anche se a volte inutilizzabili come nel caso dei respiratori acquistati dalla Fondazione cinese in cui c'è come vicepresidente Massimo D'Alema, che del supermanager calabrese è mentore e amico da una vita. Fino alla sonora bacchettata della Corte dei Conti per come Arcuri ha gestito con soldi pubblici il vaccino Reithera, (anche se i risultati della fase due sono molto promettenti) beffando persino i 900 volontari della sperimentazione, che hanno gli anticorpi ma non il green pass. Soltanto l'altro giorno è spuntata la storia del bilancio di Invitalia «macchiato» dell'alchimia contabile della svalutazione immobiliare fatta passare come utile: legittimamente, secondo la legge; in maniera inopportuna, secondo i revisori dei conti indipendenti di Deloitte. Ma tant'è.

Ora, si può legittimamente pensare che Palazzo Chigi abbia bisogno della consulenza di Arcuri per sapere come spendere meglio i soldi, legittimo dare 4 milioni di euro a una società pubblica come Invitalia per fare un lavoro per conto del governo che sarà certamente prezioso ma la disastrosa gestione della pandemia da parte di Arcuri (sempre che i guai giudiziari che lo hanno sfiorato non investano in pieno la sua figura) non lascia ben sperare.

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