Regeni, i silenzi e il caos boicottaggi

Regeni, i silenzi e il caos boicottaggi

La tournée in Egitto, la rivolta dell'orchestra, il giusto orgoglio dei genitori di Giulio Regeni, la smentita della Scala per bocca del sovrintendente Dominique Meyer. Di certo sipario calato, ma comunque sia andata non è stato un trionfo. Perché la nostra serva Italia continua a essere nave sanza nocchiere in gran tempesta. E soprattutto non donna di provincie, ma bordello! E bordello ancor più sconcio se a essere coinvolto in questo pantano sono un ragazzo rapito e torturato a morte in quell'Egitto che si rifiuta di collaborare alle indagini per chiarire la tragedia e punire i colpevoli e soprattutto i suoi genitori che hanno saputo trasformare l'indicibile dolore in una campagna per trovare la verità e rendere giustizia a quello sventurato figliolo. Perché qui hanno ragione un po' tutti: gli orchestrali che protestano, i giornalisti che raccontano e scoprono l'affaire, papà e mamma che ringraziano, il sovrintendente che nega. Tutti fuorché purtroppo ancora una volta il governo italiano, quello Stato che avrebbe il dovere di ergersi granitico a difendere un proprio figlio a cui servitori forse non troppo infedeli di un'altra nazione hanno tolto la vita. E, invece, non è così. Perché al di là di generiche dichiarazioni d'intenti che non costano nulla e servono ad ancor meno, striscioni gialli esposti un po' qui e un po' là da sindaci volonterosi e chiacchiere da bar o da campagna elettorale dei politici, null'altro è stato fatto per mettere in piedi una seria iniziativa diplomatica e contemporaneamente appoggiare il lavoro dei magistrati italiani che vedono i loro tentativi infrangersi sul muro di gomma eretto dall'omertà di quei governanti d'Egitto mai abbastanza disprezzati per questo. In filigrana, ma senza mai il coraggio di dirlo chiaramente, una malintesa e mal gestita ragion di Stato da chi uno Stato che si rispetti (e si faccia rispettare) nemmeno sa dove metta le fondamenta.

Ragioni di economia e di geopolitica male interpretate da analfabeti della politica atte solo a scatenare multicolori iniziative individuali che nascono dal basso. E altro non fanno che alimentare la confusione, non certo la giustizia per Giulio.

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