
Il governo impugna in Corte Costituzionale la legge varata dalla provincia autonoma di Trento sul terzo mandato. La Lega però si smarca e vota contro. Lo strappo in Consiglio dei ministri sul terzo mandato in Trentino Alto Adige manda in fibrillazione il centrodestra.
Un altro fronte caldo si apre in Friuli Venezia Giulia dopo lo scontro tra il presidente Massimiliano Fedriga e il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani che ha portato sette assessori regionali a rimettere le deleghe. Al Nord la maggioranza naviga a vista. Lo scontro rischia di ripercuotersi a cascata sulla tenuta della maggioranza. Ieri in Consiglio di ministri le divisioni tra Fdi e Lega sono diventate plastiche con il botta e risposta tra i ministri Francesco Lollobrigida e Roberto Calderoli.
Il vicepremier Matteo Salvini prova a sgonfiare il caso: «Nessun problema, questioni locali». Le parole di Salvini non fermano però l'ira dei leghisti. Il presidente della provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti definisce la decisione del governo «un atto pesante contro il Trentino».
«So che i ministri della Lega solo sono battuti contro questa decisione. Non so se si aprirà una crisi a livello nazionale per questo. Noi come Provincia Autonoma nei prossimi giorni valuteremo il da farsi» - promette Fugatti. Tornando allo scontro in Consiglio dei ministri la maggioranza si divide. Forza Italia e Fratelli d'Italia si sono schierati a favore del ricorso in Consulta. La Lega si è opposta.
È stato Roberto Calderoli a introdurre il tema, spiegando che si tratta di una scelta politica e illustrando le motivazioni per le quali a suo dire occorrerebbe lasciare alle regioni l'autonomia di legiferare su questa materia. Salvini appoggia le posizioni del responsabile per gli Affari regionali, ricordando allo stesso tempo l'importanza dell'unità della coalizione. Per Fratelli d'Italia parla il capo delegazione e ministro delle Politiche agricole Francesco Lollobrigida.
Favorevole all'impugnativa anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Alla fine la premier Meloni dà l'ok al ricorso tra i dubbi di Calderoli. Il via libera al contenzioso arma i fucili leghisti che partono all'attacco: «Contestare la legge sul terzo mandato in Trentino equivale a violare i principi statutari della nostra autonomia e a equiparare la nostra regione alle altre, trascurando il valore distintivo delle regioni a statuto speciale» ribattono le parlamentari della Lega, Vanessa Cattoi ed Elena Testor.
Spegne le polemiche il ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Il problema è di tipo giuridico non di tipo personale: se una legge regionale, sia pure di una Regione a statuto speciale, possa scavalcare la legge nazionale. Io credo che prevalga sempre la legge nazionale. Non c'è nessuna divisione, è un dibattito giuridico, non c'è nulla di politico e nulla di personale. Siamo tutti tranquilli».
Il Nord ora rischia di trasformarsi nel vero tallone d'Achille per il governo Meloni. In Veneto Luca Zaia non ha ancora digerito lo stop al tris: 'Non faccio il sindacalista per il terzo mandato, ma prendo atto che le uniche due cariche elette direttamente dai cittadini, cioè alcuni presidenti di Regione e alcuni sindaci, hanno il blocco. È accettabile qualsiasi posizione politica ma è inaccettabile che la giustificazione per il blocco sia quella di evitare la creazione di centri di potere» rincara il governatore. In Friuli invece non cala la tensione tra Fedriga e Ciriani. Il presidente della Regione interviene sulla crisi in giunta: «Il terzo mandato non c'entra» e annuncia un incontro con Meloni: «L'ho sentita, mi ha detto che non sta bene, la vedrò giovedì a Roma». Il ministro Ciriani butta la palla nel campo leghista: «Crisi in Regione? Chiedetelo a Fedriga, è lui che l'ha aperta». Un botta e risposta che tiene le relazioni congelate.
Resta aperto anche per il Friuli Venezia Giulia il tema del terzo mandato. Fedriga termina il bis nel 2028. Ma avverte: «Consulta chiara sulle regioni a statuto speciale, che non sarebbero interessate dal limite dei due mandati».
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