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Renzi allarga a sinistra il fronte presidenzialista

L'ex premier schiera Iv con il centrodestra: "Serve una riflessione sul sindaco d'Italia"

Renzi allarga a sinistra il fronte presidenzialista

La voglia di presidenzialismo è in aumento. Mentre i partiti riflettono sul futuro dell'assetto istituzionale e su una possibile riforma sistemica, diviene possibile fare la conta dei favorevoli (e quindi pure quella dei contrari) ad una svolta in senso presidenziale. L'impressione è che gli accenti sull'argomento stiano aumentando d'intensità.

Per il centrodestra è una battaglia antica. Sin dalla fondazione della stessa coalizione, Forza Italia lotta per la riforma in questione. Nonostante i risultati del referendum costituzionale del 2006, l'elezione diretta del presidente della Repubblica, con tutte le conseguenze del caso, non ha mai smesso di occupare il tavolo delle priorità: «Sono ventisette anni - ricorda il senatore Enrico Aimi - che il presidente Silvio Berlusconi ne ha fatto una bandiera per il rinnovamento. Peraltro la riforma presidenziale avrebbe una duplice valenza politica - osserva il parlamentare di Fi - perché porta ad una maggiore stabilità del sistema istituzionale, coinvolgendo in maniera diretta il corpo elettorale, e ricompatta il centrodestra». Aimi è certo dell'esistenza di un vento che spira dal basso: «Si tratta di una battaglia che va combattuta sino in fondo. Se non altro perché è la stragrande maggioranza del popolo italiano a volerla».

Anche la Lega di Matteo Salvini ha più volte espresso la propria posizione favorevole. Il leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni ha presentato una legge costituzionale che è incardinata alla Camera dei deputati. Ad Atreju, durante la kermesse che Fdi ha organizzato per le scorse festività natalizie, l'ex giudice della Corte costituzionale Sabino Cassese ha rivelato di condividere la riforma proposta dal presidente dei Conservatori e dei Riformisti europei. L'onorevole Emanuele Prisco la chiama appunto «la madre di tutte le battaglie». «Il presidenzialismo - dichiara al Giornale il deputato di Fdi - è un sistema nel quale c'è un rapporto diretto tra i cittadini ed il capo dello Stato. Rappresenta la fine dei giochi di palazzo ed il termine dei governi che passano sulla testa dei cittadini».

Ieri pomeriggio, a Palazzo Giustiniani, Italia viva ha lanciato una riflessione sullo stato di salute della democrazia e sul presidenzialismo come possibile via salvifica. Il titolo del convegno non a caso era: «Democrazia in crisi, il presidenzialismo la salverà?». C'erano tutti i vertici partitici: dall'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi all'ex ministro Maria Elena Boschi, passando per Davide Faraone, Marco Di Maio ed altri. Nutrito anche il gruppo di esperti che hanno detto la loro dal tavolo dei relatori: dallo stesso professor Cassese al professor Alfonso Celotto, passando per Ernesto Galli della Loggia, l'ex presidente della Camera Luciano Violante, che è sua volta aperturista, pur provenendo dal centrosinistra, rispetto al presidenzialismo, e così via. Renzi ha annunciato una riflessione sul concetto del «sindaco d'Italia», mentre la Boschi, per una vera e propria proposta concreta, ha dato appuntamento alla prossima Leopolda.

Diversa la posizione dei calendiani che risultano contrari: «Credo che non si possa parlare di presidenzialismo senza rivedere i meccanismi di funzionamento del premierato e senza regolamentare di nuovo il rapporto che lega la fiducia parlamentare al governo in carica», ha dichiarato al Giornale Matteo Richetti, senatore di Azione.

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