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Renzi attacca le toghe. E subito il padre finisce a giudizio

Tiziano Renzi rinviato a giudizio per traffico d'influenze nell'ambito della maxinchiesta Consip. Verdini condannato a un anno per turbativa d'asta. Pochi giorni fa la denuncia del leader Iv contro il correntismo delle toghe

Renzi attacca le toghe. E subito il padre finisce a giudizio

Tiziano Renzi è stato rinviato giudizio a Roma nell'ambito del processo Consip. Una mossa, quella dei magistrati capitolini, che arriva pochi giorni dopo la denuncia del figlio, il leader di Italia Viva, contro il correntismo delle toghe. "Per anni abbiamo acconsentito di far decidere a un pm chi poteva fare politica e chi no", ha denunciato Renzi paragonando lo strapotere di certi magistrati alla partitocrazia dei primi anni Novanta. La concomitanza tra i due fatti fa sorgere non pochi sospetti sull'ennesimo caso di giustizia a orologeria.

Le accuse mosse a Tiziano Renzi

Il padre dell'ex presidente del Consiglio è accusato di traffico di influenze. Tra le accuse c'era anche la "turbativa d'asta", ma il reato non è stato riconosciuto dal giudice per le udienze preliminari. Secondo i pm, Renzi sr. avrebbe fatto parte di un gruppo di pressione, assieme all'imprenditore Carlo Russo - entrambi vicino ad Alfredo Romeo - per condizionare l'esito di due gare bandite dalla centrale appalti della pubblica amministrazione. Una delle gare, la Fm4, valeva 2,7 miliardi e l'altra alcune decine di milioni.

Renzi e Russo avrebbero sfruttato le proprie conoscenze - tra cui quella con Luigi Marroni, all'epoca amministratore delegato di Consip - per spingere quest'ultimo ad intervenire sulla commissione aggiudicatrice della gara Fm4 e, così facendo, facilitare la Romeo Gestioni. Russo, secondo il sostituto procuratore Mario Palazzi, si sarebbe fatto promettere dallo stesso Romeo denaro in nero per sé e per Tiziano Renzi. Lo stesso Russo dovrà rispondere di tentata estorsione per avere minacciato Marroni, dicendo di poter far intervenire Renzi per farlo licenziare. Anche Alfredo Romeo e Italo Bocchino sono stati rinviati a giudizio. A gennaio era arrivata la prima condanna per la maxinchiesta su Consip: Tullio Del Sette, ex generale dei Carabinieri, era stato condannato a 10 mesi per rivelazione di segreto d'ufficio.

L'attacco al correntismo delle toghe

Coincidenza oppure no, il rinvio a giudizio di Tiziano Renzi arriva alla vigilia delle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre e pochi giorni dopo il discorso con cui il figlio, nell'aula del Senato, ha evidenziato "il momento più tragico del potere giudiziario nella storia repubblicana" e ha lanciato un j'accuse pesantissimo verso la magistratura e il correntismo che la pervade da decenni, paragonando la situazione nel mondo delle toghe a quella che la politica viveva prima dell'esplosione di Mani Pulite: "l problema non è la separazione delle carriere, bensì lo strapotere vergognoso delle correnti della magistratura. Devi fare carriera se sei bravo non se sei iscritto ad una corrente". E ha sottolineato il cortocircuito che rende la politica succube del potere dei magistrati: "Per anni noi abbiamo acconsentito non a singoli magistrati, ma alla subalternità della politica di far decidere a un pm chi poteva fare politica e chi no perché si è consentito che l’avviso di garanzia fosse una condanna".

La condanna di Denis Verdini

Sempre per le vicende legate alle gare Consip, l'ex senatore Denis Verdini è stato condannato con il rito abbreviato a un anno per turbativa d'asta, così come l'ex deputato Ignazio Abrignani e l'imprenditore Ezio Bigotti.

I tre sono stati ritenuti colpevoli per aver "turbavano la gara Consip Fm4 ancora nella fase delle valutazioni delle offerte offrendo un accordo ad Alfredo Romeo" per rilevare un'azienda controllata dallo stesso Bigotti, "che avrebbe permesso a Romeo di ottenere un trenta per cento dei lavori assegnati" da un'altra azienda nell'ambito dello stesso lotto. Verdini e Abrignani sono stati assolti dall'accusa di concussione

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