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Renzi ci ripensa: sì al dialogo. Ma il Pd vuole solo i renziani

Il leader di Iv: siamo ancora in tempo per un accordo. I dem continuano a fare la corte ai suoi parlamentari

Renzi ci ripensa: sì al dialogo. Ma il Pd vuole solo i renziani

Tante parole di fuoco per Renzi quante affettuosità per i renziani. È il doppio binario della comunicazione Pd verso Italia viva in queste ore. L'assedio ai senatori è incessante e mentre Conte cerca centristi per formare il suo nuovo gruppo al Senato, i parlamentari del Nazareno riattivano i canali con i vecchi compagni di partito. Il vicecapogruppo Pd al Senato, racconta Il Foglio, era prodigo di lodi verso i renziani in aula. Molto alacre nei contatti sarebbe anche il lombardo Alan Ferrari.

Sull'asse del Naviglio, a Cernusco, corre il pressing su Eugenio Comincini. La dem Simona Malpezzi a Un giorno da pecora ammette il rapporto speciale con il senatore renziano, nato ai tempi in cui lui era sindaco di Cernusco e lei consigliere comunale. Il ministero dei Rapporti con il Parlamento è il cuore della manovra «caccia al volenteroso», con il ministro Federico D'Incà che sonda il centrodestra e la sottosegretaria Malpezzi in forcing sui renziani.

I nomi dei «tentati» si rincorrono, tra realtà e gossip. Ritornano quelli di Vincenzo Carbone e Donatella Conzatti. Considerato tra i più appetibili quello di Annamaria Parente, anche perché riveste un ruolo importante, presidente della commissione Sanità del Senato. E non a caso Matteo Renzi in un'intervista ad Avvenire ha sottolineato che «senza Italia viva non c'è maggioranza nemmeno nelle commissioni». Al momento i giallorossi sono minoranza in una serie di organismi chiave tra cui la conferenza dei capigruppo del Senato e le commissione Affari costituzionali, Difesa e Sanità.

Nel taccuino dei «cacciatori» ci sarebbero anche Nadia Ginetto, Donatella Conzatti, Daniela Sbrollini e Vincenzo Carbone. Secca la smentita del calabrese Ernesto Magorno rispetto all'indiscrezione riportata da La Stampa secondo cui sarebbe pronto a saltare la barricata in cambio di «un aiutino per la statale jonica». «Le necessità della nostra regione - sbotta Magorno - non sono merce di scambio sul mercato di questa squallido compra-vendita. Resto al fianco del leader Matteo Renzi».

Ma sono i nomi di Eugenio Comincini e dell'umbro Leonardo Grimani i due considerati più in bilico, anche perché sono usciti allo scoperto dicendosi indisponibili a passare all'opposizione rispetto al Pd. Disponibilità tanto scoperte che tra i senatori del centrodestra gira il dubbio che il Pd non si spenda fino in fondo: per realizzare l'operazione «quarta gamba» i transfughi di Iv dovrebbero confluire nel nuovo gruppo. Ma il Pd forse, si ragiona, non ha tanta voglia che Conte crei in Parlamento un embrione del suo futuro partito.

Renzi intanto dissemina il percorso di incidenti parlamentari e rilancia aperture alla trattativa: «Non ci avrete come dei Ciampolillo qualunque - dice a Piazza Pulita rivolto più al Pd che a Conte - siete ancora in tempo a tornare dal baratto alla politica».

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