Guerra a Renzi punto it: il nome che l'ex premier ha scelto per il sito che sta per lanciare dice tutto. E che ci sia una sorta di caccia all'uomo mediatico-giudiziaria contro Matteo Renzi lo rilevano in molti, anche tra i non simpatizzanti del leader di Italia viva.
L'inchiesta contro la Fondazione Open (che prosegue, nonostante la clamorosa bocciatura di gran parte degli atti e degli assunti accusatori da parte della Cassazione) e lo stillicidio di cartuccelle, senza alcuna rilevanza penale ma zeppe di gossip e allusioni, da parte di alcuni organi di informazione specializzati nel fiancheggiamento delle procure tengono sotto pressione l'ex premier, indagato per «finanziamento illecito», e il suo partito. E lui reagisce col consueto piglio polemico, sfidando lo strapotere delle procure e denunciando il troppo frequente condizionamento della vita politica per mano giudiziaria. Così, alla vigilia della convocazione in Procura a Firenze per essere ascoltato, domani, dai titolari dell'inchiesta, Renzi annuncia l'apertura di un sito ad hoc (www.GuerraARenzi.it) attraverso il quale «seguiremo i processi, le indagini, le accuse e daremo conto in modo trasparente della situazione». Ospite ieri in Rai di Lucia Annunziata, ha anche spiegato che il suo team legale farà «indagini difensive», ascoltando testimoni e alla fine «vedremo chi ha ragione».
Quale sia la dirompente portata di azioni giudiziarie come quella sulla Fondazione Open, rischiosissime «invasioni di campo» per condizionare la politica, Renzi lo aveva più volte denunciato, anche diversi mesi fa nell'aula del Senato: «Così la magistratura non decide solo cosa è finanziamento illecito, ma pretende di decidere cosa è partito e cosa no. E se al Pm affidiamo non già la titolarità dell'azione penale ma dell'azione politica, questa Aula fa un passo indietro per pavidità e paura e lascia alla magistratura la scelta di cosa è politica e cosa non lo è».
Ora l'ex primo ministro torna alla carica, denunciando quante volte protagonisti politici siano stati abbattuti da inchieste giudiziarie finite poi nel nulla e in clamorose assoluzioni. Ricorda due nomi di recente tornati alla ribalta: «Roberto Maroni e Antonio Bassolino: due politici per i quali in questi giorni sono cadute le accuse penali. Chissà se qualcuno, prima o poi, chiederà scusa, chissà», si chiede retoricamente, ben sapendo la risposta. «Nel frattempo, il mio messaggio è sempre uno solo: non perdete fiducia nella giustizia. Perché la verità, prima o poi, arriva», conclude.
Intanto però il suo partito sta pagando caro il turbine giudiziario che si è abbattuto su di lui: la raffica di perquisizioni e sequestri di carte e computer he ha investito chi aveva dato un contributo alla renziana fondazione Open è stata stigmatizzata dalla Cassazione, che ha annullato molti degli atti dei pm dichiarandoli immotivati. Ma hanno raggiunto ugualmente un obiettivo, racconta Renzi, quello di «bloccare i grandi finanziatori, che ora hanno paura delle conseguenze mediatiche di un sostegno nei miei confronti». Di qui un appello ai suoi elettori, affinchè facciano sottoscrizioni economiche a Italia viva: «Servono piccoli versamenti da 2, 5, 10 euro - dice Renzi - per fare la differenza: abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti».
Nell'intervista tv il leader di Italia viva smentisce di essere candidato al vertice Nato («Non credo proprio»), e esulta per la vittoria valanga di Joe Biden negli Usa: «Un capolavoro di Obama, che ha fatto ritirare gli altri candidati. E una vittoria storica per tanti motivi, che ci dice che si vince al centro: la sinistra o è riformista, o è destinata a perdere».
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