Renzi si accoda ai partigiani per pietire il voto "antifascista"

Partecipa al corteo dell'Anpi che pure gli ha boicottato il referendum. Sabato di tensione da Milano a Palermo

Renzi si accoda ai partigiani per pietire il voto "antifascista"

Avvelenare i pozzi della convivenza democratica per pietire qualche voto «antifascista». L'ultima, disperata e banale mossa di Matteo Renzi ha un retrogusto amaro e caricaturale. Il leader del Pd, infatti, ha annunciato la propria partecipazione alla manifestazione nazionale «Mai più fascismi» organizzata dall'Anpi e dai sindacati con l'appoggio dei partiti del centrosinistra (dai dem passando per Leu fino ad arrivare a Potere al popolo). Il segretario, molto probabilmente, non sfilerà nel corteo che partirà intorno alle 13.30 da Piazza della Repubblica per giungere a Piazza del Popolo intorno alle 15, ma si sistemerà nei pressi del palco. Nessun politico parlerà né saranno usate bandiere dei partiti (per motivi di par condicio), ma il ritorno propagandistico è comunque assicurato.

L'eclatante novità è che dovrebbe fare capolino anche il premier Paolo Gentiloni, evidentemente «preso in ostaggio» dalla retorica antifascista di Renzi. La risposta all'appello del presidente del Consiglio non è sicura, ma il fatto che i rumor sulla sua presenza ieri si siano rincorsi per tutta la giornata sono eloquente testimonianza di quanto questa scommessa sia importante per il Nazareno.

La svolta «antifascista» di Renzi sta assumendo contorni sempre più grotteschi. Tutto è cominciato con il rituale della firma dell'anagrafe antifascista a sant'Anna di Stazzema. Evidentemente preoccupato dai sondaggi, il segretario del Pd sta cercando con tutte le proprie forze di «giustificare» l'esistenza in vita di un partito sfiancato da cinque anni di faide interne e di sostanziale inconcludenza al governo battendo sul tasto dell'appartenenza. Piccolo particolare: per rincorrere il mito del partigiano resistente veicolato dall'Anpi, Renzi si sta avvicinando a coloro che boicottarono il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 definendolo un «ducetto pericoloso per la democrazia». Ma di tutto questo il segretario pare essersi dimenticato.

C'è anche un aspetto preoccupante in tutta questa manovra elettoralistica: il soffiare ulteriormente sul fuoco di una manifestazione che potrebbe creare problemi di ordine pubblico. Oggi sarà un sabato ad alta tensione. A Roma, dove oltre a «Mai più fascismi» sono in programma un sit in degli antagonisti presso il Cie di Ponte Galeria, una manifestazione dei Free Vax a San Giovanni, un corteo dei Cobas all'Esquilino e un sit in di Fdi a Piazza Vittorio. Ma anche a Milano, dove gli antagonisti sono pronti a contrastare Matteo Salvini a piazza Duomo. E pure a Palermo, dove arriva nel pomeriggio il leader di Forza nuova Roberto Fiore, dopo il pestaggio lunedì scorso di un dirigente.

Particolare non trascurabile di questo afflato antifascista e repubblicano è l'intenzione di Renzi di non lasciare la ribalta mediatica ai suoi avversari interni ed esterni. Il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, (nome spendibile per il Pd post-renziano) sarà della partita. Sfilerà, inoltre, una folta delegazione di Leu con il leader Pietro Grasso, Pier Luigi Bersani, Laura Boldrini, Nicola Fratoianni, Roberto Speranza e Pippo Civati. Il corteo sarà la prima occasione per una «foto di gruppo» della sinistra con tutti i suoi gruppi e gruppuscoli. Renzi, per l'occasione, sfiderà anche le contestazioni personali che non sono escluse.

A pagare il tributo per evitare incidenti e provocazioni di eventuali infiltrazioni degli autonomi saranno i cittadini. Non solo i romani che vivranno un sabato blindato, ma tutti gli italiani chiamati a contribuire alle retribuzioni straordinarie di 3.

500 uomini delle forze dell'ordine mobilitate per quella che dovrebbe essere una manifestazione pacifica ma che si preannuncia ad altissima tensione. Nel nome dell'antifascismo non solo Renzi rischia di spaccare ancor più il Paese, ma rischia di bruciare una «risorsa» come Paolo Gentiloni.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica