L'appunto

Renzi temporeggia: sprint elettorale solo da metà maggio

Renzi metterà la faccia sulla campagna elettorale solo quindici giorni prima del voto. Dopo aver spulciato gli ultimi sondaggi e verificato, caso per caso

Renzi temporeggia: sprint elettorale solo da metà maggio

La faccia sulla campagna elettorale Matteo Renzi ce la metterà davvero solo quindici giorni prima del voto. Dopo aver spulciato gli ultimi sondaggi e verificato, caso per caso, in quali città vale la pena scendere in campo per tirare la volata al candidato del Pd. D'altra parte, il premier è ben consapevole del fatto che la partita è come non mai in salita, con il rischio concreto di un pesantissimo 1-3 nelle quattro città che contano: Roma, Milano, Napoli e Torino. Con il solo capoluogo piemontese che sembra essere l'unico davvero alla portata del candidato dem (anche se i sondaggi hanno registrato nell'ultima settimana un deciso calo sia di Piero Fassino sia del Pd torinese).

Renzi, dunque, temporeggia. E per il momento si limita a qualche puntata a Napoli, dove la candidata dem Valeria Valente è così dietro rispetto al duo Luigi de Magistris e Gianni Lettieri che rischia seriamente di essere scavalcata dal grillino Matteo Brambilla e finire quarta. Per il premier, che l'ha voluta nonostante il discusso risultato delle primarie che hanno visto il ricorso di Antonio Bassolino, sarebbe non solo una sconfitta in termini politici, ma anche il segnale che sta perdendo le briglie del suo Pd. Solo per questo, insomma, Renzi ha deciso di esporsi, per cercare di far rimontare qualche punto alla Valente e rendere la sua sconfitta un po' meno rumorosa di quanto sarebbe oggi. Diverso l'approccio su Milano, dove i ben informati delle cose renziane raccontano di una certa irritazione del premier nei confronti di Giuseppe Sala. Non è dato sapere se per il suo poco appeal sull'elettorato milanese, ma tant'è. Discorso in parte simile su Roma, perché chi ha avuto occasione di parlare con Matteo Orfini ultimamente lo ha trovato piuttosto perplesso dalle performance comunicative di Roberto Giachetti. Se Sala è testa a testa con Stefano Parisi e il problema Milano si porrà solo al secondo turno, Giachetti rischia invece di restare fuori dal ballottaggio visto che sia lui che Alfio Marchini e Giorgia Meloni sarebbero sostanzialmente appaiati. Eppure per il momento Renzi ancora non ha deciso di tirare la volata all'ex radicale. C'è chi sostiene perché vuole aspettare di capire se Giachetti può davvero farcela. Anche se appare più ragionevole la spiegazione che danno a Palazzo Chigi, secondo cui Renzi si muoverà solo dopo metà maggio.

Anche perché restare fuori dal ballottaggio a Roma è una disfatta che il premier non si può permettere.

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