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Nel Pd resiste la linea dell'Aventino: niente intese con i "vincitori"

Nel Pd resiste la linea dell'Aventino: niente intese con i "vincitori"

Alla vigilia delle consultazioni non cambia la linea che il Pd vuole portare al Colle: staremo all'opposizione, ribadiscono. Così è stato deciso all'unanimità dalla direzione. Anche se qualche distinguo tra le varie anime del partito c'è, nessuno sembra davvero disposto ad appoggiare un governo Lega-M5s. «Programmi incompatibili con il nostro», hanno detto fin dal giorno dopo la debacle alle elezioni. E questa è la posizione che vogliono mantenere davanti a Mattarella.

La giornata clou sarà giovedì, dopo quella dedicata ai gruppi parlamentari minori. Il Pd sarà il primo partito a salire al Quirinale. Ufficialmente dal capo dello Stato dovrebbero andare i capigruppo di Camera e Senato, Graziano Del Rio e Andrea Marcucci. Ma potrebbero aggiungersi anche il presidente dem Matteo Orfini e il reggente Maurizio Martina, in modo che possano essere rappresentate più voci, anche quelle più aperte al dialogo, per non chiudere definitivamente la porta in faccia alla possibilità di aiutare il futuro governo. Dunque non sarà solo significativo cosa dirà il Pd, ma anche come sarà composta la delegazione che prenderà parte alle consultazioni. Nei giorni scorsi Martina, seppur anche lui convinto della necessità di stare all'opposizione, aveva sottolineato l'importanza di quello che dirà il presidente. «Vediamo se avrà delle indicazioni», aveva detto. Una strategia d'attesa, la sua: «Se ne parlerà dopo aver visto dove arrivano gli altri», il suo pensiero. Le possibilità post elettorali potrebbero essere molteplici e il Pd in alcuni di questi scenari è considerato l'ago della bilancia. Reggerà la linea che non vede spiragli per una trattativa, percorso com'è il partito da lacerazioni interne? C'è chi, tra i non renziani, sospetta che Renzi alla fine potrebbe voler appoggiare il centrodestra. Anche se sembra prevalere l'area di coloro che non riescono ad immaginare appoggi esterni.

Come Andrea Marcucci, neo capogruppo dei senatori dem, che qualche giorno fa sul Messaggero ragionava su come potrebbe la sinistra trattare con M5s o Lega, che hanno concentrato la loro campagna elettorale sui provvedimenti approvati dai governi Pd che loro vogliono abbattere.

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